È ancora l’Iran e ancora un terremoto a fare tremare tutta la regione mediorientale a cavallo con l’Iraq: dopo la terribile tragedia di tre settimane fa al confine, il terremoto avvenuto questa mattina alle 3.32 italiane (6.32 locali) ha avuto una potenza di magnitudo pari al grado 6.3 sulla scala Richter. A renderlo noto il centro di allerta ragno Usa nel Pacifico che ancora non sanno dare la conta dei danni, ma si temono siano molto alti: sisma con una profondità purtroppo molto superficiale, 10 km sotto il livello del terreno, è stato avvertito a circa 40 km dal centro molto popoloso del sud-est iraniano, a Kerman. Secondo le autorità locali quell’area racchiude almeno 800mila abitanti e si teme dunque una carneficina, esattamente come quella di inizio novembre. Questa stessa zona attorno Kerman solo ad ottobre scorso aveva subito un nuovo terremoto molto potente, di M 5.2 con per fortuna un livello di danni assai inferiore rispetto alla scossa di poche settimane fa e a quella purtroppo avvenuto in questo primo giorno di dicente.



NUOVO SISMA DOPO LA TRAGEDIA AL CONFINE CON L’IRAQ

Inutile dirlo, il terremoto avvenuto poche ore fa – mentre si attendono le prime conte dei danni e delle potenziali molte vittime che le stessa Bbc e Cnn mettono già in conto (senza fare numeri per ora) – ha riportato subito alla mente quello che l’Iran (e l’Iraq) hanno appena subito e da cui molto lentamente si stavano rialzando. Tre settimane fa circa un’altra scossa (7.2) aveva coinvolto la frontiera tra l’Iran e l’Iraq, causando la morte di più di 500 persone: la scossa era stata avvertita da tutte le nazioni del Medio Oriente e dei Paesi arabi, da Israele fino al Pakistan, passando per la Turchia, gli Emirati Arabi uniti, il Kuwait, il Libano. Quattordici le province iraniane colpite dal sisma. La corrente elettrica è saltata nelle città di Mehran e Ilam, nell’ovest dell’Iran, 35 le squadre di soccorritori al lavoro. Tra le cittadine più colpite quella di Ghasr-e Shirin, appena al di là del confine con l’Iraq. I morti sono stati contati per giorni prima di arrivare al numero ormai certo di 500 vittime, con un costo incalcolabile dei danni per le case e le città distrutte, oltre che per i più di duemila feriti ricoverati negli ospedali rimasti in piedi.

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