Francesco Bellomo, ex magistrato ordinario ed attualmente consigliere di Stato, rischia di finire seriamente nei guai per una vicenda emersa nei giorni scorsi e che potrebbe realmente costargli cara. Perché Bellomo, come riporta il quotidiano La Verità, potrebbe essere destituito dalla sua carica a causa di una serie di regole bizzarre che lo stesso avrebbe imposto agli allievi della scuola di formazione giuridica avanzata “Diritto e Scienza”, di cui presiede il comitato scientifico. Il Consiglio di Stato punta il dito contro il contratto per i borsisti che non rispetterebbe “la libertà e la dignità della persona”. Il caso sarebbe esploso dopo la denuncia da parte del padre di una ex allieva di Bellomo (che con lui avrebbe avuto anche una relazione sentimentale) e di una seconda ragazza. Segnalazioni giunte ai Carabinieri e dalle quali sarebbero quindi partite le indagini approfondite portando a quattro precisi addebiti a carico di Bellomo. Secondo quanto emerso dal documento finale con il quale il Consiglio di Stato ha approvato la destituzione di Bellomo (in attesa dell’ok dell’adunanza dei consiglieri), pare che fosse proprio l’ex magistrato 40enne a sostenere i colloqui con gli aspiranti corsisti ed a selezionarli. Dalle indagini sarebbe emerso che “l’accesso alle borse di studio comportava per i borsisti la sottoscrizione di un vero e proprio contratto”. Una clausola limitativa contenente nel suddetto contratto aveva a che fare proprio con il matrimonio e fidanzamento dei candidati: lo stesso era destinato a decadere in caso di nozze. Ma non solo: il fidanzamento era consentito solo “se il/la fidanzato/a risultasse avere un quoziente intellettuale pari o superiore a un certo standard”. Lo stesso Bonomo decideva inoltre “se i fidanzati o fidanzate dei o delle borsiste superassero il quoziente minimo necessario per essere fidanzati e/o ammessi/e”. Dall’intelligenza del fidanzato, dunque, sembrava dipendere il destino dello studente e della sua borsa di studio.



FRANCESCO BELLOMO E L’OSSESSIONE PER IL QUOZIENTE INTELLETTIVO

Le richieste di Francesco Bellomo non si esauriscono qui ma sono ben espresse nel suo contratto rivolto agli aspiranti borsisti. La studentessa inadempiente, come sarebbe già accaduto in altre occasioni, poteva vedersi messa la propria vita alla berlina di tutti. Erano inoltre previsti dei criteri ben precisi per poter beneficiare delle borse di studio di fascia A e B: le donne dovevano rispondere a criteri quali potere/successo, intelligenza, capacità di amare, bellezza e personalità. Agli uomini oltre alla bellezza veniva richiesta anche intelligenza, eleganza così come femminilità e attitudine materna. Chiaramente non poteva avere minore importanza anche il dress code che cambiava in base alle occasioni con regole ben precise (a partire dalla lunghezza delle gonne). Ma chi è realmente Francesco Bellomo? La Verità ha indagato sul controverso personaggio definendolo un “fanatico del quoziente intellettivo”, essendo lui stesso un genio con un QI pari a 188 (la media è di 100). Da ciò che è emerso, Bellomo teneva particolarmente all’aspetto estetico dei suoi borsisti ponendo alla base delle sue scelte la bellezza e l’aspetto sexy.

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