Il tribunale di Matera rischia di aver riscritto per sempre la storia con questa incredibile sentenza. Un uomo di 45 anni, Vincenzo Trani, ha infatti deciso di denunciare il proprio padre per non averlo voluto mai riconoscere come sua prole. Il tribunale della Basilicata ha dato ragione al figlio, condannando pertanto il genitore ad un risarcimento di 20.000,00 euro per aver arrecato al figlio dei danni irreparabili, sia per la sua assenza, che per l’oggettiva solitudine del ragazzo, costretto a crescere senza padre. Il fatto in sé è straordinario perché solitamente non accadono cose del genere e un figlio in età oramai adulta come Vincenzo Trani decide di lasciar correre e di seppellire l’ascia di guerra. Questo, però, non è avvenuto con il Trani che è voluto andare fino in fondo nei confronti del padre, Giovanni Sanchirico, reo di avergli (e così effettivamente è) procurato dei danni irreparabili per la propria crescita personale. “Oggi sono un papà anche io – racconta l’uomo al quotidiano La Repubblica – ed intendo dare a mia figlia tutto quell’amore che mio padre mi ha sempre negato.”
PARLA L’AVVOCATO
Di questa sentenza emessa dal tribunale di Matera se ne parlerà a lungo, se non altro perché farà scuola e potrà aprire una strada luminosa per tutti quei figli abbandonati dai propri padri. Certo, va considerato il fatto che ogni situazione è a sé stante e che quella di Vincenzo Trani era particolarmente pesante. Racconta infatti l’uomo, oggi proocuratore di giovani talenti calcistici: “Per me la sua mancanza è stata devastante perché abitavo in un paese molto piccolo, di appena 5.000 abitanti e lo vedevo tutti i giorni passare. Lo sapevano tutti che mio padre era lui, eppure non ho mai ricevuto un gesto d’affetto, un abbraccio o una carezza. Mai.” L’avvocato del Trani, Luciano Vinci, è ovviamente soddisfatto per la sentenza ottenuta e ribadisce l’eccezionalità di quanto ottenuto dal tribunale di Matera: “E’ in assoluto la prima volta che viene svolta una causa contro il proprio padre da un individuo oramai adulto. Solitamente accade che sono le madri a compiere una cosa del genere quando i bambini sono ancora piccoli.” In Basilicata, quindi, è stata riscritta la storia giuridica.
L’ANOMALIA
Lo abbiamo detto in precedenza: questa sentenza farà da apripista per molti ragazzi e uomini che hanno vissuto una situazione di disagio come questa. Ma c’è dell’altro. Non solo questa decisione è storica perché è la prima volta che accade in un’aula di tribunale: anche le modalità sono state assolutamente singolari. Ci riferiamo al fatto che Vincenzo Trani, di anni 45, non ha dovuto in alcun modo dimostrare il danno subito dal rifiuto del padre ma, anzi, verrà liquidato semplicemente senza rendere evidenti i danni psicologici subiti. In casi del genere di solito la sofferenza psichica si deve provare con, ad esempio, sedute psicologiche o psichiatriche debitamente conservate. In altre parole, fino a prima di questa storica sentenza, per dimostrare la sofferenza emotiva servivano delle prove. Prove che Vincenzo Traina non ha dovuto esibire perché, secondo il tribunale, ‘la mancanza di un supporto paterno ha costretto il figlio a vivere con il solo reddito derivante dalla propria madre e non ha potuto avere delle aspettative dalla vita qualitativamente migliori.” Adesso al figlio spetterà il risarcimento.