A San Giorgio Albanese, in provincia di Cosenza, esiste una sola scuola d’infanzia la quale però si era trasformata per i piccoli allievi che la frequentavano in un vero e proprio incubo. Qui, infatti, le due insegnanti che si sarebbero dovute prendere cura dei piccoli, in realtà li terrorizzavano con minacce e violenze di ogni genere. E’ quanto emerso dalle indagini compiute dai carabinieri di Corigliano Calabro, in seguito alla denuncia di alcuni genitori preoccupati e che hanno portato alla sospensione dell’impiego, per la durata di sette mesi, a carico delle due maestre. A darne notizia oggi è il portale QuiCosenza.it, che evidenzia come dopo l’allarme lanciato da alcuni genitori, in poco tempo gli inquirenti sarebbero riusciti a confermare quanto accadeva all’interno della scuola d’infanzia anche grazie ai video delle telecamere presenti negli spazi didattici. da qui sarebbero emersi maltrattamenti di ogni genere, dalle minacce verbali agli schiaffi da parte delle due insegnanti ed ai danni dei bambini. Sono bastati 15 giorni per documentare quanto di incredibile avveniva all’interno delle aule.
INSEGNANTI INCASTRATE DAI VIDEO: I MALTRATTAMENTI
Secondo quanto emerso dai video che hanno portato ad incastrare le due maestre violente, i bambini venivano sottoposti a minacce verbali con affermazioni del calibro: “se non fai il bravo ti faccio il pungi-pungi”. Dalle parole ai fatti il passo era brevissimo con pizzicotti, schiaffi, tirate d’orecchie, utilizzando anche un righetto di plastica e lanciando persino giocattoli contro un muro in modo violento. Dalle indagini sono così trapelati numerosi episodi durante i quali le due maestre ricorrevano sistematicamente alla violenza fisica e psicologica. Tra le piccole vittime, anche alcuni figli di rifugiati politici accolti nel nostro Paese e che soggiornano proprio nel centro in provincia di Cosenza. Oltre ad impiegare in varie circostanze atteggiamenti violenti, le insegnanti sono accusate anche di aver indotto i bimbi a risolvere tra loro le piccole controversie prendendo esempio dai loro stessi gesti e facendoli ricorrere all’uso delle mani, senza intervenire per evitare ciò.