Le intercettazioni choc che ieri hanno portato la Dda di Firenze e i carabinieri forestali ad eseguire i sei arresti per smaltimento illegale di rifiuti appare difficile da cancellare. Perché vengono tirati in ballo dei bambini e per via di quelle risate tra i presenti che lascerebbero a desiderare. “Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale… che muoiano i bambini, non mi importa che si sentano male. I rifiuti li scaricherei in mezzo alla strada”: è questa la frase più inquietante pronunciata da uno degli arrestati in riferimento alla discarica sita nei pressi di una scuola. Come ricorda Il Giornale, questa nuova intercettazione ricalca sotto certi aspetti quella odiosa con protagonisti alcuni imprenditori che dopo i terremoti dell’Aquila e di Amatrice festeggiavano al telefono pensando agli affari d’oro che sarebbero derivati dalle operazioni di ricostruzione. Questa volta però siamo in Toscana e delle risate precedute da frasi inquietanti hanno portato oltre all’arresto di sei persone anche all’iscrizione nel registro degli indagati di altri 50 nomi oltre alla scoperta di uno smaltimento abusivo di oltre 200 mila tonnellate di spazzatura proveniente da molte regioni italiane. Non solo: l’indagine ha anche portato a cinque misure interdittive a carico di manager, funzionari e impiegati che oggi risultano indagati per i reati di associazione a delinquere, traffico di rifiuti e truffa aggravata ai danni della Regione Toscana. I beni di due grandi aziende livornesi sono infine finiti sotto sequestro poiché secondo le accuse i rifiuti pericolosi non venivano smaltiti in modo corretto ma semplicemente triturati e mischiati ad altri per non destare sospetti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
UNO DEGLI INDAGATI: “CHE MUOIANO I BAMBINI!”
Le intercettazioni trascritte sono sempre un mondo assai delicato, perché perdono del tono e dell’intento con cui alcune frasi possono essere dette in determinati contesti: quanto successo però in Toscana, dopo l’ultimo scandalo scoppiato su un particolare traffico illecito di rifiuti tossici e normali, ha dell’incredibile e del difficilmente giustificabile. «Ci mancavano anche i bambini che vano all’ospedale, che muoiano i bambini. Non mi importa dei bambini si sentano male. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti», spiega uno degli indagati tra le risate degli altri presenti, parlando di una discarica situata nei pressi di una scuola. Le intercettazioni arrivano da Repubblica Firenze e rilanciati anche dagli altri media toscani: si tratta della trascrizione choc che compare nell’inchiesta sul traffico di rifiuti per cui stamane sei persone sono state arrestate dalla Dda di Firenze e dai Carabinieri forestali. Sarebbero stati smaltiti oltre 200 milioni di tonnellate di rifiuti normali e pericolosi, provenienti da varie regioni d’Italia: come spiega Il Tirreno, i rifiuti speciali e pericolosi sarebbero stati certificati come “puliti” da un gruppo di aziende indagate e poi spediti in discarica, anche quella vicino alla scuola fiorentina di cui non viene fatto il nome. Clicca qui per l’audio choc dell’intercettazione (da Il Tirreno)
L’INCHIESTA E GLI ARRESTI
L’inchiesta ha portato questa mattina a sei persone arrestate dai carabinieri forestali, in esecuzione di una misura di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip su richiesta della Dda fiorentina, nell’ambito di un’inchiesta per traffico illecito di rifiuti. Il reato contestato contro gli indagati () è quello di traffico di rifiuti, associazione per delinquere e truffa aggravata ai danni della Regione Toscana (circa 4 milioni di euro la stima dei danni, secondo l’Ansa). È però quella intercettazione di cui sopra che ha acceso la miccia dello scandalo e della polemica contro i vari indagati che avrebbero tentato di raggirare le norme regionali e statali sullo smaltimento dei rifiuti, noncuranti dei rischi per la salute non solo dei più piccoli, ma di tutti i cittadini. «I militari hanno perquisito abitazioni, sedi legali e discariche di persone fisiche e società operanti nel settore dei rifiuti, procedendo al sequestro di documenti e materiale informatico», spiega l’Ansa, mentre si viene a sapere da Repubblica che oltre agli arresti ci sono anche cinque misure interdittive a carico di imprenditori, funzionari e collaboratori accusati a vario titolo di associazione a delinquere. Tra le aziende sequestrate, spuntano la Rari srl e la Lonzi srl di Livorno: secondo l’accusa posta dalla Procura e riportata dai media toscani, nei loro impianti i rifiuti non venivano affatto smaltiti ma piuttosto tritati o miscelati, in modo da poter massimizzare i profitti in base al loro falso smaltimento pagando l’eco tassa più bassa prevista dalla Regione Toscana.