Il giallo attorno alla morte di Renata Rapposelli, la pittrice 64enne di Ancona trovata senza vita lo scorso 10 novembre nelle campagne di Tolentino, sembra essere ancora piuttosto lontana dalla sua soluzione. La trasmissione Chi l’ha visto è tornata ad occuparsi del caso prendendo in considerazione in modo particolare la testimonianza di una donna che non aveva mai parlato prima. Si tratta di un’amica di Simone Santoleri, figlio della donna indagato insieme al padre per l’omicidio della madre e l’occultamento di cadavere. La stessa sarebbe di Tolentino, stesso paese dove il corpo di Renata è stato rinvenuto. In questi giorni proprio Simone Santoleri sembra aver ripreso in mano la sua vita: il giovane è tornato in possesso della sua auto, la Fiat 600, dopo essere stata scandagliata dai Ris a caccia di tracce della madre e del terreno in cui il corpo della donna è stato rinvenuto. In attesa dei risultati di alcuni accertamenti importanti, gli inquirenti si sono domandati se proprio il figlio possa conoscere Tolentino e la Valle del Chienti, dove è stato trovato il cadavere di Renata. C’è forse un collegamento tra lui e questo luogo? L’uomo dice di non esserci mai stato, eppure dal suo computer è emerso che lo stesso avrebbe più volte digitato la parola “Chienti”. Ora però spunta una donna, la quale è in grado di confermare che Simone in realtà conoscerebbe bene Tolentino poiché ci sarebbe stato più di una volta. “Lui veniva a trovarmi a Tolentino”, ha dichiarato ai microfoni della trasmissione di RaiTre. La donna lo ha conosciuto 5 anni fa a Giulianova: la loro relazione amichevole però, aveva assunto contorni inquietanti e la stessa aveva poi deciso di cambiare casa e telefono per non essere più rintracciata. Con il giallo di Renata Rapposelli, quei ricordi terribili sarebbero riaffiorati: “Ho rivisto quegli occhi che per anni mi avevano terrorizzata”, ha dichiarato la testimone a Chi l’ha visto. “Lui vive di fantasia, lui è una persona che racconta sempre le stesse cose”, ha dichiarato.



I DELIRI MISTICI DI SIMONE SANTOLERI

Simone Santoleri all’inizio si era presentato in modo gentile ed affettuoso. Per la donna era solo un amico, mentre lui iniziava a volere qualcosa di più dal loro rapporto. Col tempo sarebbero però trapelate alcune stranezze. “Quando cominci a conoscerlo inizi a capire la sua doppia personalità”, ha commentato la donna che lo ha definito un “manipolatore mentale”. “Diceva sempre che se lo guardavo fisso negli occhi mi poteva capitare di tutto perché lui era il diavolo”, ha aggiunto. Poi la costringeva a guardarlo negli occhi continuando a ripetere di essere il diavolo. Eppure, lo stesso Simone Santoleri aveva rivelato a Chi l’ha visto che sarebbe stata la madre Renata vittima di un vero e proprio delirio religioso al punto da definirlo spesso posseduto dal demonio. L’amica ha invece raccontato quali fossero le convinzioni del figlio della pittrice: “Lui diceva che ero io ad essere posseduta dal diavolo e mi portò in un convento da un padre spirituale”. Secondo la donna, quando erano insieme lui le faceva assumere qualche sostanza che la mandasse in confusione. “Ero costretta a dormire da lui perché mi scoppiava la testa, ero stordita. Era lui che cucinava, la sua casa era piana di tranquillanti”, ha aggiunto. A fare impressione è proprio la convinzione degli inquirenti secondo la quale Renata sarebbe stata narcotizzata o avvelenata con qualche farmaco presente in casa. L’amica ha inoltre aggiunto che Simone era solito andare in giro portando con sé bottigliette di acqua santa. La stessa accusa l’uomo la rivolgeva alla madre.



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