Un nuovo mistero si allarga in maniera inquietante dalla Corea del Nord lungo tutta la Penisola sul Pacifico: tra una terza guerra mondiale che sembra scoppiare e una “pace diplomatica” che cerca di contrastarla, le ombre (non cinesi, ma proprio nordcoreane) sul regime di Kim Jong-un si fanno ora enormi. Il generale Hwang Pyong-so,uno dei principali collaboratori del leader nordcoreano Kim Jong-Un, è scomparso: era il numero 2 del regime, l’uomo più potente dopo Kim con una fiducia cresciuta negli anni e un livello di fedeltà al dittatore quasi maniacale e ossequiosa. Bene, dal 13 ottobre non fa più apparizioni pubbliche e secondo quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo il regime lo avrebbe giustiziato. Non è la prima e purtroppo non sarà l’ultima volta che un generale o comunque un uomo scomodo per Kim viene “misteriosamente” fatto sparire per poi scoprire mesi dopo di una morte tutt’altro che accidentale. «Hwang era uno dei principali membri della “cerchia interna” di Kim nell’ambito del Comitato centrale del Partito del lavoratori, e in qualità di vicemaresciallo ricopriva di fatto la più alta carica militare dopo il comandante supremo», spiega il Corriere della Sera. La novità è però arrivata negli ultimi due mesi, con Seul che rilancia: “è stato espulso dal partito”, e in Corea del Nord questo significa un alert piuttosto certo, “condanna a morte”. Per i motivi bisognerà attendere ancora tanto, o forse non si sapranno mai: di certo questo Paese è tutto il contrario di una nazione libera, questa al momento è l’unica vera verità da poter segnalare. (agg. di Niccolò Magnani)



PUTIN-SHOW: “NON RICONOSCO A KIM STATUS NUCLEARE”

È un Putin show quello andato in scena questa mattina a Mosca nella tradizionale conferenza stampa prima di Natale con interventi e giornalisti da ogni parte del mondo: il tema della terza guerra mondiale è ovviamente in primis lanciato dai cronisti Usa, con l’Associated Press che chiede quale sia ora il ruolo della Russia nella mediazione con la Corea del Nord. «Certo che siete gente ben strana… I vostri membri del Congresso e i vostri senatori sembrano gente intelligente, sono vestiti bene, ma ci mettono sullo stesso piano di Corea del Nord e Iran e poi ci chiedono di risolvere il problema della Corea del Nord. Ma siete normali?», replica tra lo stizzito e l’ironico il previdentissimo russo che proprio oggi ha annunciato di ricandidarsi alle prossime Presidenziali come indipendente. «Sia gli Usa che Pyongyang dovrebbero fermare subito l’escalation della tensione», prosegue ancora il leader del Cremlino, criticando e non poco le decisioni del Senato americano, «Abbiamo sentito dagli Stati Uniti che avrebbero fermato le esercitazioni militari, adesso fanno altre manovre e la Corea del Nord risponde lanciando un altro missile. Tutto ciò deve essere fermato, è estremamente pericoloso». Ma Putin ne ha anche per Kim Jong-un, tutt’altro che accomodante: «Riguardo la Corea del Nord, ribadisco la nostra posizione: non ne riconosciamo lo status nucleare. L’opzione della guerra nucleare sarebbe catastrofica per tutti e per questo chiedo agli Usa di collaborare sulla crisi nella Penisola coreana». (agg. di Niccolò Magnani)



APERTURA USA, CON UN “MA”…

Le dichiarazioni di Tillerson ieri hanno provocato profonde reazioni, anche più disparate, nella diplomazia mondiale: Giappone e Sud Corea non hanno gradito, la Cina e la Russia hanno approvato, l’Onu esaltato, la Nord Corea non ha commentato. Ma oggi arrivano già delle “modifiche” a quelle stesse aperture del Segretario di Stato, confermando una duplice linea tra Trump e Tillerson abbastanza evidente. La portavoce del Dipartimento di Stato Usa Heather Nauert ha dichiarato in una conferenza stampa che la politica degli Stati Uniti sulla Corea del Nord non è cambiata: questo significa che per risolvere la crisi sul Pacifico la via primaria è quella della diplomazia senza guerra mondiale, ma questo solo fino a quanto la Corea del Nord sarà disposta ad avviare un dialogo “credibile”. Allora in quel caso gli Usa terranno aperti i negoziati: «l’obiettivo degli Stati Uniti rimane la denuclearizzazione della penisola coreana. Gli Usa non ammetteranno mai che la Corea del nord possegga armi nucleari. Non intavoleremo trattative con Pyongyang qualora il Paese si rifiutasse di abbandonare il suo programma nucleare». Insomma, un’apertura a “tempo” e con “condizioni”: tutto l’opposto di quello che forse sperava lo stesso Tillerson..(agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI TILLERSON

Terza guerra mondiale all’orizzonte? La giornata di ieri poteva risultare storica, ma non lo è stata almeno totalmente. La tensione tra Stati Uniti d’America e Corea del Nord sembrava smorzata dalle parole di Rex Tillerson, Segretario di Stato americano. Il diplomatico di Donald Trump infatti ha rilasciato alcune parole in conferenza stampa che aprivano uno spiraglio al dialogo con Pyongyang: “Gli Usa sono pronti a parlare con la Corea del Nord senza precondizioni per delineare una road map su cui lavorare per superare la crisi”. Dichiarazioni rilasciate con l’obiettivo di raggiungere un concordato per prevenire la guerra tra le due potenze militari, con le Nazioni Unite al lavoro per evitare un epilogo pericoloso. Le parole di Tillerson però non hanno trovato il riscontro ideale dalla Corea del Nord, con il dittatore Kim Jong-un che ha commentato così: “Trasformerò la Corea del Nord nella potenza nucleare più forte del mondo, uscirò vittorioso dalla resa dei conti con gli Stati Uniti”. Ma non solo: Kim ha affermato di voler diventare la potenza militare più forte al mondo. Barriere innalzate in vista di un possibile accordo o solo propaganda?

RUSSIA: “NECESSARIO DOPPIO CONGELAMENTO PYONGYANG”

Le parole del Segretario di Stato americano Rex Tillerson non sono comunque passate inosservato alle altre super potenze. Se le Nazioni Unite hanno accolto positivamente il commento del diplomatico statunitense, la Russia ha dichiarato di “aver preso nota” della disponibilità al dialogo da parte degli Usa sulla questione nordcoreana. Come riporta Sputink news, il vice ministro degli Esteri russo Sergei Rybakov ha analizzato così la vicenda: “Le recenti dichiarazioni per confermare la volontà degli USA al dialogo sono una cosa positiva, lo abbiamo notato. Siamo pronti a continuare a considerare con i nostri colleghi americani la situazione in tutta la sua totalità e le proposte. In un modo o nell’altro, c’è bisogno di un “doppio congelamento””. Necessari ulteriori passi in avanti da ambo le parti, con la Corea del Nord che dovrà correggere il tiro dopo l’uscita del dittatore Kim Jong-un, che ha rilanciato le ambizioni dello stato asiatico in ottica militare-nucleare. La Russia, super potenza mondiale, proverà a cucire il rapporto e a trovare una soluzione diplomatica, necessaria per non arrivare ad un conflitto mondiale.