Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha disposto oggi l’archiviazione dell’inchiesta per istigazione al suicidio relativa alla morte di Tiziana Cantone, la giovane 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi il 13 settembre di un anno fa. Tiziana decise di togliersi la vita in modo drammatico dopo non essere riuscita a sopportare l’umiliazione che per troppo tempo l’aveva travolta in seguito alla diffusione online di alcuni video hard che la immortalavano in suoi momenti di intimità. L’inchiesta avrebbe dovuto accertare se realmente ci fosse stato qualcuno ad istigare la 31enne a togliersi la vita ma nonostante le indagini in corso sul delicatissimo caso, nessuna persona era stata iscritta nel registro degli indagati. Da qui, la decisione del Gip di procedere all’archiviazione dell’inchiesta. La richiesta di archiviazione, come riporta Il Giorno, era stata avanzata dalla Procura in seguito ai risultati degli accertamenti eseguiti nei file audio risalenti alle ore precedenti alla morte di Tiziana. Dal loro contenuto si credeva (e sperava) di poter risalire alla verità sul gesto della giovane donna, ma invece non emerse nulla di utile ai fini delle indagini.
TIZIANA CANTONE: ARRIVA LA DECISIONE DEL GIP DI NAPOLI
Come riporta la trasmissione Chi l’ha visto in un suo servizio odierno, con la decisione del giudice di Napoli restano fuori dall’inchiesta i cinque ragazzi che la stessa Tiziana Cantone aveva indicato come i responsabili della diffusione di quei video su internet, dopo essere stati inizialmente ricevuti via Whatsapp. Proprio quei filmati avevano contribuito a trasformare la 31enne napoletana in una sorta di “celebrità” sul web, eppure per la stessa Tiziana erano apparsi così tanto infamanti da averla spinta a togliersi la vita. I cinque ragazzi indicati dalla stessa Tiziana come colpevoli – insieme ad una sesta persona – non sono più indagati per diffamazione. Per il giudice, dunque, non sono stati loro a mandare in rete quei video hot della ragazza. Si chiude così la vicenda giudiziaria iniziata proprio con la denuncia che Tiziana presentò nel maggio 2015, quando al magistrato avanzò cinque nomi (due dei quali sono fratelli). Secondo il giudice però, la Cantone aveva torto e la diffusione di quei video online non sarebbe da addebitare a loro. Se non sono stati i cinque soggetti indicati dalla ragazza morta suicida, allora che ha messo online i filmati che avrebbero poi rappresentato la condanna a morte di Tiziana?