Quante volte ci è capitato di vedere qualcuno su un vagone della metropolitana, o anche di un autobus o di un tram, seduto in modo scomposto, gli occhi chiusi? Un ubriaco addormentato, abbiamo pensato, un anziano che dorme. Insomma, ci siamo affrettati alla nostra fermata dimenticandocene subito. Capita, tutti i giorni di vedere scene del genere e talvolta ci sorge anche il dubbio che quella persona sia invece davvero morta, per un malore improvviso, e abbiamo paura a verificarlo. Se ne accorgerà qualcun altro, pensiamo. A Città del Messico è successo davvero. Un uomo di 70 anni, seduto nel posto per gli anziani e gli handicappati, quasi avesse previsto quello che gli era successo e non avesse voluto portare disturbo, perché quei posti sono riservati, è deceduto improvvisamente per un malore. Ma nessuno ci ha fatto, o ha voluto, farci caso, e il corpo dell’uomo è rimasto al suo posto per ore, quasi tutta la giornata, fino all’orario di chiusura.



Saranno state migliaia le persone durante la giornata a passargli accanto e a dargli almeno un’occhiata. Ma per scoprire che era morto ci sono voluti gli uomini del personale di servizio che dopo la chiusura a mezzanotte ispezionavano tutto il convoglio come fanno sempre.  Hanno chiamato il soccorso medico immediatamente ma non hanno potuto confermare altro che l’uomo era morto da molte ore. Successivi esami medici hanno rivelato che il 70enne era morto per insufficienza cardiaca improvvisa causata da una miocardite fulminante, il muscolo cardiaco cioè si era infiammato. Sui social network molti messicani hanno commentato con rabbia che un episodio come questo dimostra come la gente ormai non si interessa più al prossimo, mentre altri hanno detto che è facile pensare che una persona, ancorché morta, sia solo un anziano addormentato. Magari varrebbe la pena di avvicinarsi al prossimo anche se solo addormentato, almeno per avvisarlo che abbia forse perso la sua fermata. Ma così si vive nelle grandi metropoli con milioni di abitanti: ognuno pensa ai suoi affari.

Leggi anche

MATERNITÀ SURROGATA/ Chi cerca lo scontro giudiziario non difende "diritti" ma fa soffrire madri e figliDISORDINI A SOCIOLOGIA/ L’occasione perduta di chi ripete il 68 senza capire