Il gip del Tribunale di Monza Federica Centonze, si è espresso nella giornata di oggi in merito alla richiesta di una perizia sulla capacità di stare a giudizio, avanzata dalla difesa di Mattia Del Zotto. Il killer del tallio, come è stato ribattezzato il 27enne, dopo i tre omicidi e i quattro tentativi di sterminare con la sostanza velenosa altri tre parenti ed una badante, non sarà quindi sottoposto ad una perizia psichiatrica come richiesto dal suo avvocato Silvia Letterio. A darne notizia è il quotidiano Il Giorno che spiega come proprio il legale aveva ritenuto necessario comprendere se il giovane assistito sia “in grado di rendersi conto di quello che gli sta accadendo” da un punto di vista prettamente giudiziario. Anche la procura di Monza si era opposta alla richiesta di una perizia sulla capacità di stare a giudizio poiché gli stessi inquirenti avevano definito il De Zotto una “lucida mente criminale”. Da ciò che si apprende, il 27enne sarebbe stato spostato dalla cella al reparto psichiatrico dell’ospedale San Gerardo di Monza per essere sottoposto ad una visita per valutare il suo stato mentale. Stando a quanto emerso da fonti del carcere, si tratterebbe di una procedura consueta prima dell’ingresso del detenuto nella sua cella. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CASO DEGLI AVVELENAMENTI DA TALLIO A QUARTO GRADO
La trasmissione di Rete 4, Quarto Grado, nella puntata in onda stasera si occuperà di uno dei casi più inquietanti degli ultimi mesi: la famiglia di Nova Milanese morta avvelenata dal tallio. A provocare quello che è stato definito un vero e proprio sterminio è stato il nipote 27enne delle vittime, Mattia Del Zotto, artefice di aver ucciso i nonni paterni e la zia facendo loro ingerire la sostanza, insapore e inodore ma soprattutto letale. Un triplice delitto compiuto volontariamente dal giovane, arrestato nei giorni scorsi e che, messo di fronte ai terribili fatti, pur avendo confessato le sue azioni non avrebbe manifestato alcun segnale di pentimento né di collaborazione nei confronti degli inquirenti ma avrebbe spiegato di averlo fatto “perché impuri”. Per riuscire nel macabro piano, Del Zotto avrebbe utilizzato dell’acqua minerale nella quale avrebbe sciolto il tallio, uccidendo i tre parenti. Quindi avrebbe adottato le medesime modalità con l’intento di sterminare anche i due nonni materni, altri due zii e la badante, guadagnandosi anche l’accusa di tentato omicidio oltre a quella gravissima di omicidio. Nella vicenda, però, ci sarebbero ancora tanti aspetti oscuri, ma proprio la complessa personalità del 27enne potrebbe aiutare a fare luce sui suoi intenti e su cosa realmente lo avrebbe spinto ad uccidere con estrema crudeltà parte della sua famiglia. Le indagini della Procura, intanto, come rivela Udine Today, si sarebbero concentrate in particolare sulle bottiglie che erano state sistemate all’interno della cantina comune della palazzina di Nova Milanese dove Mattia viveva con la sua famiglia, del tutto ignara dei pensieri malvagi che abitavano nell’animo e nella mente del loro ragazzo. Non si esclude, inoltre, che il tallio sia stato inserito anche all’interno di alcuni integratori e di un infuso alle ortiche destinato ai due nonni che sono riusciti a scampare ai suoi intenti assassini, pur essendo comunque ricoverati per una sospetta intossicazione.
MATTIA DEL ZOTTO: LA REAZIONE DEI DUE ANZIANI NONNI RICOVERATI
I due nonni materni, Alessio Palma e Maria Lina Pedon, dopo l’arresto del loro nipote, Mattia Del Zotto, hanno appreso con dolore la drammatica verità. Quel ricovero dovuto ad una sospetta intossicazione, preso l’ospedale di Desio, sarebbe stato provocato proprio dal 27enne. Ad assumere il delicato ruolo di “portavoce”, su richiesta della figlia dei due ultraottantenni, è stato il primario del nosocomio, che al quotidiano Il Giorno ha spiegato: “Mi ha pregato di assisterla, in un ambiente protetto, nel momento di comunicare ai due anziani chi li avesse avvelenati”. La paura era che la notizia avesse potuto avere un forte impatto psicologico sui due anziani genitori. Per tale ragione, il medico avrebbe prima preparato i due pazienti, quindi avrebbe lasciato spazio alla verità della figlia. “La reazione è stata di stupore ma anche di rassegnazione. Comunque contenuta, senza gesti o parole vistose: un dolore composto lo definirei”, ha rivelato il primario dell’ospedale. Se da un lato ha rappresentato la fine di un incubo, la notizia dall’altro ha anche destato sgomento e giustificato dolore. Il nonno, in particolare, avrebbe fatto capire come il nipote sia affetto da problemi psichici non comuni, in quanto già in passato aveva intravisto nel giovane un disagio molto evidente. Lo stesso medico ha spiegato quale sia il ritratto finora emerso di Mattia Del Zotto, ovvero quello di “un ragazzo sfortunato, chiuso dentro un problema più grande di lui, che ha gestito la situazione in maniera maldestra”. Fortunatamente, i due anziani possono ormai dirsi fuori pericolo, almeno in merito all’intossicazione da tallio di cui sono stati vittime.