Preso. Catturato. In manette. Ah non ci scappa più. Igor il russo, Igor il terribile, Igor il Rambo, anzi il Rambov di Budrio (dove uccise il barista Davide Fabbri), e di Portomaggiore (dove uccise il pensionato guardia ecologica volontaria Valerio Verri), ha finito di far dar fuori di matto i Mille. Mille intesi come gli uomini delle forze dell’ordine dispiegati — in aprile, ricordate? — nelle campagne tra Bologna e Ferrara in una gigantesca e vana caccia all’uomo invisibile. Ma adesso l’hanno beccato: in Spagna,  Aragona per la precisione. L’hanno beccato i poliziotti: spagnoli, quelli della Guardia Civil. E’ in una cella, spagnola, in attesa di un processo che si svolgerà in lingua castigliana e si concluderà necessariamente con una pesante condanna alle ispaniche galere. Perché per non farsi mancare nulla, Rambov ha fatto fuori anche due guardie civili e un innocente agricoltore di quelle parti.

“Però l’ho detto prima io”. Senza offesa: quando le nostre autorità hanno subito sottolineato che “la zona del possibile nascondiglio l’avevamo indicata noi”, mi è sembrato di sentire il primo della classe categoria nerd grave, che se ne ha a male se un compagno dà alla prof la risposta giusta prima di lui e non sopporta di perdere la pole position. Perché, diciamola com’è. Nella zona siamo forti: avevamo subito indicato i 40 km quadrati della zona rossa del ferrarese dove Igor si nascondeva, poi i 140 km quadrati della zona rossa di Albalate de Arzobispo, dove l’han preso. Senza omettere la pista austriaca e quella ungherese. Più o meno i territori dell’impero di Carlo V. Intanto lui si esercitava, pare, anche nel traffico di droga a Malaga.

A furia di praticare la zona, ci siamo un po’ indeboliti nella marcatura a uomo. Infatti Igor ha dribblato e ridribblato i nostri nello stretto delle campagne ferraresi, poi è uscito non si sa come dall’area pluri-presidiata, eludendo la guardia, poi è uscito anche dall’Italia forse, chissà, facendo un tunnel al nostro difensore centrale o passando in un tunnel sotto il Monviso scavato con le sue unghie; o forse è fuggito a nuoto: dai canali di irrigazione al Po, all’Adriatico è un attimo. Di lì, basta evitare Lampedusa se no ti soccorrono, e sei in Costa Brava.

Adesso chiederemo l’estradizione, che non sarà concessa perché Spagna fìrst, è normale che prima si faccia tutto l’iter per i delitti commessi in Spagna e per i quali lì è stato catturato. Vabbè, per le estradizioni possiamo occuparci di quella faccia da schiaffi di Cesare Battisti, che dal Brasile continua a farci marameo. Per i processi, cominciamo a celebrare quello della bandiera, quello per reati antecedenti (commessi nel 2015), che è a carico, testualmente, di Vaclavic Igor, cioè di un nome falso  perché Igor il russo in realtà è serbo e si chiama Norbert Feher. Dettaglio non decisivo, tanto l’imputato è assente (assente giustificato, beninteso: per detenzione in altro Paese).

In Spagna nell’82, tra una scopa con Pertini e Zoff, e una furbata di Paolino Rossi, ci era andata meglio assai. Ma non lamentiamoci. In fondo,  un po’ a zona, un po’ a uomo, un po’ per interposta nazione amica, alla fine gliele abbiamo suonate anche a lui, ‘sto Rambov della malora.