Igor il Russo ha risposto in italiano alle domande del giudice spagnolo Carmen Lamela e ha accettato di essere consegnato in Italia per essere processato per gli omicidi commessi ad aprile. Norbert Feher, il serbo 36enne arrestato in Spagna per tre omicidi e ricercato in Italia per altrettanti altri delitti, resta in carcere: dopo l’udienza di convalida, è stata decisa la custodia in carcere senza cauzione. Luigi Scrima, ex compagno di carcere in Italia di Igor, risulta essere una delle persone monitorate in questi mesi dagli investigatori che davano la caccia al 36enne. Proprio seguendo le tracce di Scrima, che non risulterebbe indagato, erano arrivati in Spagna, ma non è chiaro che tipo di contatti avesse il romagnolo a Malaga né il collegamento con Feher, catturato in Aragona. «Preoccupato di che? Ho fatto tutto quello che potevo per aiutare gli inquirenti. Non voglio saperne nulla», ha dichiarato Scrima rispondendo all’Ansa, che lo ha contattato su Facebook. Intanto proseguono le indagini sui “fiancheggiatori”. Un aiuto potrebbe arrivare dal materiale informatico sequestrato al momento dell’arresto: nel mirino ci sono una decina di persone, tra cui sei italiani. Come riportato dal Messaggero, l’obiettivo è capire come e quando il latitante abbia raggiunto la Spagna. Ad esempio, si ipotizza che abbia fatto un tratto di viaggio su un pullman per pellegrini, ma questa per il momento è poco più che una suggestione. (agg. di Silvana Palazzo)
ACCETTA PROCESSO IN ITALIA, MA SOLO DOPO INCHIESTA MADRID
Davanti ai giudici di Alcaniz, Norbert Feher – Igor il Russo ha accettato la possibilità di essere estradato in Italia per il processo e per scontare l’eventuale e quasi scontata pena dopo la scia di morte e sangue che si è lasciato dietro le spalle scappando in Spagna. Lo ha reso noto il giudice spagnolo che ha interrogato oggi l’uomo, arrestato venerdì scorso nella regione nord-orientale di Aragona, dove ha ucciso tre persone. Durante i primi interrogatori di oggi, Igor ha spiegato che nella terra iberica ci è arrivato lo scorso settembre, scappando dalle ricerche serrate per rapina e omicidio plurimo nelle terre emiliane. Secondo però quanto riferito ancora dai giudici spagnoli, l’estradizione verrà eseguita solo quando avrà pagato per i crimini commessi in Spagna, o almeno questo è quello riferito dall’Audincia Nacional, in attesa di capire cosa possa voler dire effettivamente quanto affermato. Se dunque dopo il processo, dopo la sola inchiesta o addirittura dopo la pena da scontare, con tre omicidi dunque potrebbe anche non arrivare mai quel giorno dell’estradizione. Il serbo 36enne Norbert Feher nell’ultimo mese sia stato tra Valencia e la zona dell’Aragona in cui è stato arrestato,un’area in cui sono stati segnalati diversi furti in casolari agricoli, di prosciutti o altri generi alimentari. (agg. di Niccolò Magnani)
TRADITO DALLA STANCHEZZA
All’indomani della cattura in Spagna di quello che la stampa ha ormai ribattezzato come Igor il russo, l’uomo che ha ucciso il barista di Budrio Davide Fabbri di Budrio e la guardia ecologica Valerio Verri, la sete di giustizia dei parenti delle vittime aumenta. Vogliono che Igor Vaclavic, o Norbert Feher a seconda della carta d’identità del momento, paghi per quanto ha fatto. Allo stesso tempo, però, c’è da fare i conti con la Spagna, il paese in cui il killer serbo dai mille volti è stato arrestato dopo aver ucciso nei pressi di Saragozza, a Teruel, due agenti della Guardia Civil, il 30enne Víctor Romero Pérez e il 38enne Víctor Jesús Caballero Espinosa, oltre che José Iranzo, allevatore di ovini e sindacalista che li stava assistendo nella ricerca di un uomo accusato di aver assaltato una fattoria e di aver ferito due persone. Spagna alla quale l’Italia inoltrerà una nuova richiesta di estradizione per Igor e una rogatoria per ottenere tutta la documentazione che lo riguarda. Una sorta di atto dovuto da parte dell’autorità giudiziaria bolognese, che difficilmente otterrà quanto sperato: non prima, almeno, che Igor il russo venga processato in Spagna.
STAVA SCAPPANDO DI NUOVO
Igor il russo abbiamo quasi imparato a conoscerlo in questi mesi. Non era tipo da arrendersi all’idea dell’arresto. I carabinieri che vanamente hanno monitorato per settimane la cosiddetta “linea rossa” in Emilia lo hanno sempre ripetuto: Igor è armato e non accetterà di finire in carcere senza combattere. Abbiamo avuto conferma di questa teoria durante l’arresto in Spagna, quando Igor non solo ha dato vita ad un conflitto a fuoco, ma per poco non è anche riuscito nell’impresa di sfuggire nuovamente alla cattura. Come riportato da Il Messaggero, infatti, dopo aver indossato l’uniforme e le armi rubate alle ultime vittime spagnole, Igor si è messo a bordo di un pick-up verde e si è dato alla fuga. Un inseguimento durato 8 ore, quello ingaggiato dalla Guardia Civìl, che è riuscita a mettere le manette ai polsi del serbo anche grazie ad una casualità o forse un appuntamento col destino. Tradito probabilmente dalla stanchezza, Igor ha avuto un incidente stradale e per lui a quel punto non c’è stato niente da fare. Adesso, però, si fa ancora più serrata la caccia ai complici: secondo l’Ansa, gli inquirenti italiani stanno indagando su una rete di una decina di appoggi. E’ grazie a loro che altre 3 persone sono morte in Spagna.