Procedono le indagini per fare luce sulla morte violenta di Andrea La Rosa, ex calciatore ed attuale direttore sportivo del Brugherio Calcio, scomparso da Milano lo scorso 14 novembre e rinvenuto cadavere un mese dopo. Il ritrovamento è stato drammatico e del tutto casuale ed ha portato non solo alla scoperta del corpo del giovane ma anche dei suoi due presunti assassini, la 59enne Antonietta Biancaniello ed il figlio 35enne Raffaele Rullo. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati loro ad attirare la giovane vittima in una trappola per poi ucciderla, pur di non restituirgli 38mila euro che Andrea aveva prestato a Rullo, suo amico da un paio di anni. Oggi, domenica 17 dicembre, come riporta Il Giorno, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo durante il quale Raffaele ha tentato di difendersi, a differenza di quanto fatto dalla donna. “Sono innocente, è stata mia madre”, ha asserito davanti al giudice il 35enne. La madre, di contro, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere facendo così scena muta. Entrambi sono accusati di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, mentre si attende il provvedimento del gip che si è riservato.

OMICIDIO ANDREA LA ROSA, LA RICOSTRUZIONE

Antonietta Biancaniello, al momento del fermo si era addossata totalmente la responsabilità del delitto di Andrea La Rosa. Fermata dai militari nell’atto di disfarsi del corpo dell’ex calciatore, era rimasta impassibile e glaciale, salvo poi ammettere in caserma di aver agito da sola nonostante gli inquirenti e il pm Eugenio Fusco avessero stentato a crederle. Oggi, invece, la donna ha deciso di restare in silenzio, mentre il figlio la accusava del delitto dell’amico. Secondo la ricostruzione, La Rosa aveva incontrato i due presunti killer la sera del 14 novembre, consegnando loro gli ultimi 8 mila euro del prestito. Dopo averli intascati, però, madre e figlio lo avevano narcotizzato, portato nella cantina dove vive la donna e lo avevano messo in un fusto di acido cercando di accelerare la decomposizione del corpo. Quindi avrebbero portato lo stesso fusto in una officina prima che la donna caricasse nella sua auto il cadavere in direzione Varedo, dopo ad attenderla c’era il figlio. All’interno di un garage, dove sono stati rinvenuti 24 litri di acido muriatico, i due avrebbero voluto terminare il lavoro iniziato, facendo così sparire per sempre il corpo di Andrea La Rosa. Per farlo, Rullo aveva studiato su internet la storia di Giuseppe Di Matteo, il bambino sciolto nell’acido dal mafioso Giovanni Brusca.