Giovanni Rana potrà festeggiare stasera a Che fuori tempo che fa l’assegnazione del titolo di quarto marchio italiano per autenticità. Si è posizionato dietro solo ad altri colossi del settore alimentare come Ferrero e Nutella, oltre a quello automobilistico della Ferrari. Nella classifica mondiale invece troviamo in testa marchi legati al mondo della tecnologia da Apple a Microsoft, da Google a Paypal con in testa un po’ a sorpresa Amazon nonostante le tante recenti critiche legate anche ai modi operativi di lavoro. C’è la certezza però che ci troviamo di fronte a un marchio di grandissima qualità quando parliamo di Giovanni Rana, una certezza per il nostro paese e un modo assolutamente intelligente per riuscire a trovare stabilità ed equilibrio nella vita anche a prezzi ragionevoli. (agg. di Matteo Fantozzi)



PRONTI PER IL CIBO DEL FUTURO?

Giovanni Rana, ospite stasera a Che fuori tempo che fa, è sicuramente una delle maggiori rappresentazioni della tradizione nel nostro paese. L’uomo infatti con il suo famoso pastificio da tantissimi anni porta avanti i piatti che hanno fatto la storia del nostro paese. Cosa penserà dunque del cibo del futuro? Di certo Fabio Fazio potrebbe anche provocarlo con una domanda su una situazione che in questo periodo sta riscuotendo molto successo: il cibo del futuro. Vermi, cavallette e insetti di ogni tipo sembrano essere alla base di una dieta proteica che prima o poi dovrebbe invadere anche il nostro paese considerata da molti salutare. Ma vi immaginate i ravioli alle larve? Difficile pensare che un uomo così legato alla tradizione come Giovanni Rana possa accettare questo anche se è normale che la tradizione nel commercio va di pari passo anche con quello che vogliono i consumatori. Lo capiremo quindi passo dopo passo. (agg. di Matteo Fantozzi) 



PREFERISCE DAVVEOR IL RISO?

t’anni il re dei tortellini e della pasta fresca in Italia, pronto ora a raccontarsi in un’intervista nel salotto televisivo di Fabio Fazio, a “Che tempo che fa”. Giovanni Rana non è stato un semplice industriale, ma ha segnato il costume italiano con campagne pubblicitarie rimaste nell’immaginario collettivo degli italiani, anche inusuali, seppur nel periodo del trionfo dell’advertising della fine degli anni Ottanta e dell’inizio degli anni Novanta, per un prodotto come la pasta all’uovo. Ma è stata proprio la pubblicità la chiave della notorietà di Giovanni Rana, come da lui confermato in una delle diverse interviste rilasciate per i suoi ottant’anni, in questo caso a Rolling Stone: “Andai da una piccola società veronese di comunicazione dicendogli: io voglio andare in tv per sbaragliare la concorrenza. Voglio dire: “Salve, sono Giovanni Rana e sono quello che fa tortellini”. Fui definito pazzo, ma sono ancora qui.” 



L’AZIENDA ORA GESTITA DAL FIGLIO GIAN LUCA

Ha raccontato dei suoi esordi: “Mi dicono che ho ottant’anni ma io mi sento sempre quel giovane Giovanni Rana che con la cesta posta sulla ruota davanti della bicicletta portava i sacchetti di pane a domicilio dei clienti. A 22 anni ho aperto il primo laboratorio artigianale per la produzione di tortellini e poco dopo mi sono sposato ed è nato mio figlio, Gian Luca, oggi alla testa della nostra azienda. Erano periodi duri ma già di grande soddisfazione. Facevamo i tortellini a mano e con i primi macchinari e io li andavo a vendere con un motorino che ho ancora all’ingresso dell’azienda. L’ho tenuto in bella mostra perché per arrivare in alto bisogna sempre ricordare da dove si è partiti. Già allora mettevamo amore nel fare i tortellini e vedevo che i nostri prodotti venivano apprezzati. Gli affari crescevano. Quand’ero trentenne, il decennio è stato il tempo dello sviluppo del pastificio, che nel 1971 si è spostato in quella che è l’attuale sede. Cresceva il pastificio e intorno si sviluppavano San Giovanni Lupatoto e tutto il territorio veronese.”

“IL RISO E’ IL MIO PREFERITO”

Paradossalmente però, la pasta preferita di Giovanni Rana non sono i tortellini: “Mi piacciono i ravioli ma la mia preferenza va al riso, perché io sono e resto un uomo della Bassa. Ho un sogno, finora inconfessato: fare un tortellino con un ripieno di riso. Una sfida che non sono ancora riuscito a vincere. Ma la vita è lunga. Intanto facciamo tortellini con ricette per quasi tutti i continenti.” Un successo che ora è passato di mano di padre in figlio, con Gian Luca Rana saldamente al timone di un’azienda che incarna ancora l’essenza dell’eccellenza della pasta fatta in casa italiana, ma a livello industriale. “I rumori della fabbrica per me sono musica,” ha raccontato Giovanni Rana a L’Arena, il giornale di Verona, la sua città: “Pensi che non riesco a dormire se non ascolto quelle note di sottofondo. Una musica che condivido con tutti coloro che lavorano in azienda e che io considero come una grande famiglia.”