La trasmissione Le Iene, nella puntata di ieri ha posto l’accento sulla pericolosità del glifosato, un erbicida più venduto al mondo usato principalmente in agricoltura per preparare il campo prima della semina. Considerato uno dei diserbanti più utilizzati anche in Italia, c’è chi da anni si batte affinché venga totalmente bandito. Un dibattito annoso che prese il via già diversi anni fa, nel 2012 a Bruxelles, quando per la prima volta scadde la licenza per poterlo usare. Da allora si dibatte in Commissione europea proprio sul suo eventuale rinnovo per ulteriori 15 anni, posticipando continuamente l’importante scelta. Fino a quando non sarà presa una decisione ufficiale, però, il pericoloso erbicida continua ad essere impiegato con sempre più evidenti conseguenze sulla salute umana, al punto da spingere l’organo mondiale della sanità ad interessarsi con sempre maggiore attenzione al problema. Nel marzo 2015, esperti provenienti da tutto il mondo si ritrovano in Francia, allo Iarc (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro): dopo numerosi studi condotti in questi anni, il glifosato è stato considerato come “probabilmente cancerogeno per l’essere umano”. A confermarlo alle telecamere de Le Iene è stata anche una responsabile della sezione monografica Iarc, alle cui dichiarazioni ha replicato l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), smentendo la pericolosità dell’erbicida. Un dibattito intenso, dunque, che ha portato ad una proroga del periodo di approvazione della sostanza fino al dicembre 2017. Ad oggi, in tanti si sono opposti all’uso del glifosato anche se l’accusa maggiore arriva proprio dalla famiglia di Theò, un bambino francese dalla nascita costretto a vivere con una grave malformazione degli organi interni. I medici per la prima volta in Europa hanno ricondotto le malformazioni di Theò ad una causa ben precisa: il glifosato.
LA STORIA DI THEÒ: CORRELAZIONE TRA GLIFOSATO E MALFORMAZIONI
Theò e vive con la sua famiglia in una grande villa immersa nella campagna francese, nei pressi di Lione. L’incubo della sua famiglia, ebbe inizio proprio dieci anni fa, esattamente in quei prati oggi destinati ai cavalli di famiglia. La madre di Theò ha spiegato che ogni anno passava il glifosato, fino al 2008, quando cioè è nato il suo bambino con una serie di complicazioni che i medici attribuirono proprio agli erbicidi di cui lei faceva ampio utilizzo, senza alcuna protezione. Dalla sua nascita ad oggi, il bambino è stato sottoposto a ben 52 operazioni. Oggi Theò ha l’atresia esofagea, ovvero i polmoni e lo stomaco comunicano, la tracheotomia e non ha le corde vocali, dunque parla in modo esofageo. Le malformazioni hanno inciso molto sulla vita del piccolo e della sua famiglia e la causa sarebbe da ricercare proprio nel prodotto che la stessa madre impiegava quando era incinta. La donna ha ammesso di averlo impiegato ignara del fatto che potesse essere pericoloso anche per via della pubblicità massiccia che in quegli anni veniva fatta del prodotto, ritenuto del tutto innocuo per l’uomo. Ora, a distanza di molti anni, proprio Theò ha deciso di fare causa contro i produttori di glifosato in quanto molto arrabbiato proprio per via di quella pubblicità. “Loro hanno mentito, per questo devono pagare”, ha commentato la madre. L’intera famiglia si è così impegnata a raccogliere prove, testimonianze e relazioni mediche utili a sostenere l’accusa e che confermerebbero le correlazioni tra il diserbante e la malformazione del bambino. Il processo non è ancora iniziato ma le azioni collettive avviate per fare chiarezza sulla pericolosità di questa sostanza sono sempre più diffuse nel mondo.
Mentre il dibattito resta accesissimo, lo scorso 12 dicembre l’Europa si è espressa adottando l’atto di rinnovo dell’approvazione del glifosato per altri 5 anni. Italia, Francia e Grecia si sono schierati contrariamente, ma sono stanti i Paesi favorevoli. Ad incidere però sulla decisione, sbilanciando gli equilibri è stato il ministro dell’agricoltura tedesco Christian Schmidt che inaspettatamente ha votato a favore andando contro le indicazioni della cancelliera Merkel. “Questa decisione è sembrata un insulto”, ha commentato la madre di Theò che ha definito questa azione “un crimine contro l’umanità e contro la popolazione europea”. Rivolgendosi al ministro tedesco Schmidt, la donna ha chiosato: “Lui sa questa cosa, sa che questo prodotto è malvagio, tutti lo sanno. Il governo tedesco voleva astenersi e lui personalmente ha deciso di votare per il sì! Lui sarà personalmente responsabile di tutti i tumori che ci saranno, di tutti i bambini come Theò”. Rivolgendosi poi alle persone che potrebbero subire quanto vissuto da lei, ha chiosato asserendo: “Ricordate il suo nome e quando starete male, fate causa a questa persona. Attaccatelo, perché lui ha preso questa decisione personalmente!”.
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