Dopo il suo arresto in Spagna che ha rappresentato anche la fine della lunga latitanza, gli inquirenti italiani sperano di rintracciare anche i fiancheggiatori di Igor il russo. Norbert Feher – questo il suo vero nome – al momento della cattura portava con sé uno zaino nel quale potrebbero esserci elementi interessanti per fare chiarezza sui suoi presunti complici. Si tratta, come spiega Corriere.it, di quattro pistole, tablet, chiavette usb, cellulare e computer portatile. Oggetti nei quali si spera di trovare informazioni utili sui contatti di coloro che lo avrebbero aiutato durante la sua latitanza, dandogli una mano a fuggire dalla zona rossa, in Italia, dove lo scorso aprile si macchiò di due omicidi, fino ad arrivare in Spagna. Secondo quanto trapelato da un informatore fidato, pare che il 36enne serbo sia riuscito a farla a lungo franca nascondendosi su un autobus di pellegrini. Potrebbe essere riuscito così a lasciare l’Italia anche se non è escluso che prima di giungere in Spagna sia passato dalla Francia e poi da qui si sia fatto dare un passaggio da un camionista. Di certo Igor in Francia avrebbe dei contatti importanti con una rete di falsari di documenti. L’ipotesi della fuga su un bus di pellegrini troverebbe maggiore conferma anche da una mail giunta all’associazione Amici di Davide Fabbri lo scorso luglio, nella quale un ragazzo si diceva certo di aver visto lo spietato killer all’aeroporto di Madrid scendere da un autobus di pellegrini prima di dirigersi verso la metro.
IGOR IL RUSSO, FITTA RETE DI CONTATTI
Attualmente sono in corso accertamenti balistici anche sulle quattro armi di cui Igor il russo era in possesso. Due appartenevano alle sue ultime due vittime, gli agenti della Guardia Civil uccisi nel conflitto a fuoco prima del suo arresto. Non si esclude che le restanti fossero quelle che il serbo aveva rubato in Italia, alla guardia giurata di Consandolo e a Ravaglia, dopo il delitto di Verri. Occhi puntati poi sui possibili contatti del killer: sono centinaia le persone monitorate negli ultimi mesi dagli inquirenti, tra cui spuntano oltre dieci preti. Nessun nome è stato al momento iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento ma nel mirino sarebbero finite anche sei persone italiane, tra cui Luigi Scrima, ex compagno di cella e che rilasciò nei mesi scorsi svariate interviste. Dalle indagini fittissime delle ultime settimane è emerso come tra i suoi contatti ci sarebbe un boss della droga che agirebbe nella zona di Malaga e che avrebbe a che fare con le conoscenze di Igor, ovvero guardaspalle che si alternerebbero dalla Spagna all’Italia. La matassa è ancora aggrovigliata, ma poco alla volta la verità su Feher e sui suoi loschi affari sembra venire a galla in modo impetuoso.