Dopo Onichini parla anche la madre, sentita dai cronisti al termine della sentenza di condanna al figlio Walter: «C’è la totale mancanza di tutela dei diritti di noi cittadini», spiega la donna anche ai microfoni del Messaggero, lamentando una decisione del tutto “errata e scandalosa” dopo che «un ladro è entrato in proprietà privata e ha minacciato la sicurezza di quella famiglia». Ebbene, per mamma Onichini quanto avvenuto oggi con la condanna in primo grado «me l’aspettavo, in funzione di quanto fa lo stato negli ultimi anni. Loro se lo avessero assolto avrebbero ammesso di non essere in grado di gestire il sistema». Secondo la donna, la famiglia va tutelata sempre: «con questo, non dico che dobbiamo ammazzare tutti, ma dobbiamo essere assicurati dallo Stato, dobbiamo essere garantiti di non venire aggrediti, violentati e assaliti. Così siamo violentati, violentati», sbotta la donna davanti alle telecamere.
“IL LADRO PRESENTE SOLO PER CHIEDERE IL RISARCIMENTO”
Walter Onichini condannato a quattro anni e undici mesi di reclusione per tentato omicidio volontario: questa la sentenza per il macellaio di Legnaro che la notte del 22 luglio 2013 ha sparato al malvivente di origini albanesi Nelson Dreca, entrato nella sua proprietà per un furto d’appartamento. Rabbia e contestazione al momento della lettura della sentenza in aula, con Walter Onichini che ha poi commentato ai microfoni de Il Gazzettino: “La sua condanna è già definitiva e non ha presentato appello. Non è stato più reperibile, non si è presentato alle udienze. Si è presentato solo il giorno della richiesta di risarcimento danni e basta”. Parole forti del macellaio, che ha poi continuato: “Ha detto che ‘una volta pagherò per quello che non dico’. Io ci sono stato in tutte le udienze, continuo a lavorare per mantenere la famiglia, ma sembra essere superficiale questa cosa!”. (Agg. Massimo Balsamo)
WALTER ONICHINI CONDANNATO A 4 ANNI
È arrivata questa mattina la condanna per Walter Onichini, il macellaio di Legnaro, che era accusato di aver tentato l’omicidio del ladro che gli era entrato in casa (nel proprio giardino per la precisione): era la notte del 22 luglio 2013 quando il macellaio del paesino veneto ha sorpreso il malvivente di origini albanesi, Nelson Dreca, che stava entrando nella sua proprietà per uno dei più classici furti d’appartamento. A quel punto però Onichini decide di imbracciare il fucile e di sparare al ladro: non solo, il criminale mezzo sanguinante e ferito, viene caricato sull’auto di Onichini e trasportato, lasciandolo sanguinante, nei campi di Saonara. Per quel furto Dreca è stato condannato a tre anni già nei mesi scorsi, ma non li ha mai scontati visto che è ancora latitante: ebbene, oggi il macellaio di Legnaro a Padova è stato condannato per l’intera vicenda dei fatti di quella notte tra il 21 e il 22 luglio a 4 anni e 11 mesi per tentato omicidio volontario. Forti proteste in aula alla lettura della sentenza: come annota il Corriere della Sera, «quando il giudice ha pronunciato la parola “colpevole” in aula si è levato un coro di proteste contro i magistrati, i politici e lo Stato italiano».
DOVRÀ RISARCIRE DI 25MILA EURO LA VITTIMA, CHE PERÒ È LATITANTE…
«Ho sparato per difendere mio figlio – ha commentato Onichini tra le lacrime – faremo Appello»: il macellaio ha provato a difendersi in tribunale ma i giudizi hanno stabilito che l’interezza delle azioni compiute non giustificano la legittima difesa, come invece richiesto dalla difesa. Tentato omicidio volontario, il pm Emma Ferrero aveva chiesto 5 anni e due mesi: secondo la pubblica accusa il commerciante aveva sparato per uccidere. Secondo quanto ristabilito dalla Corte, il ladro dopo essersi intrufolato in casa sua con alcuni complici, stava cercando di fuggire rubandogli l’auto parcheggiata sotto casa. Questo però non giustifica il fatto che Onichini gli ha prima sparato e poi abbandonato in un campo sanguinante: non solo, oltre alla condanna il tribunale ha stabilito una «provvisionale» (anticipo di risarcimento) di 24.500 euro che l’imputato deve dare al ladro, oltre a spese di patrocinio e a spese legali per un totale di altri 10mila euro. I difensori del ladro albanese hanno chiesto un risarcimento danni di oltre 300mila euro e la corte deve ancora esprimersi in merito: intanto però, il paradosso della vicenda padovana mostra come Onichini sia stato condannato a risarcire la vittima che però al momento è latitante, a rifornire di denaro chi in questo momento sta fuggendo dalla giustizia italiana per il proprio reato commesso.