Polemiche a Palermo per la scelta della scuola “Maria Adelaide”, dove fino a pochi giorni fa tra le attività extra scolastiche, pur non obbligatorie, era stato inserito il catechismo. Una scelta che, come riportato da Il Fatto Quotidiano, è arrivata direttamente sul tavolo del Ministero, visto che una protesta dei docenti ha costretto la preside Angela Randazzo a a sospendere l’iniziativa. La preside stessa ha spiegato: “Oggi stesso ho diffidato questa signora all’ufficio scolastico regionale. Al “Maria Adelaide” non si tiene alcuna lezione di catechismo. Semplicemente è stato concesso l’uso dei locali al termine del pomeriggio. Trattandosi di un’istituzione educativa abbiamo anche bambini di territori non cittadini. L’anno scorso un cospicuo gruppo di famiglie ha evidenziato delle difficoltà a far frequentare l’attività di catechismo ai propri figli nelle parrocchie di appartenenza. A quel punto hanno ottenuto il nulla osta dei parroci delle proprie realtà per fare il catechismo presso una parrocchia vicina all’educandato. Il prete ci ha chiesto se per agevolare le famiglie fosse stato possibile usare per un’ora alla settimana i locali della scuola. Non sono state intaccate le attività scolastiche ed educative.”



LA LETTERA DELLA DOCENTE

Il nome della docente che ha scatenato il caso è Giovanna Bonafede, che fa parte anche della Rappresentanza Sindacale Unitaria interna alla scuola. E che nella lettera ha denunciato quanto la scelta di inserire l’ora di catechismo, seppur facoltativa, fosse inopportuna: “L’educandato in quanto istituzione scolastica ed educativa di Stato, è inequivocabilmente laico. Non è contemplata in alcuna normativa vigente che si possano impartire lezioni di catechismo ad alunni di scuole statali inoltre le ore pomeridiane sono destinate alle attività semiconvittuali di competenza del personale educativo.” Secondo la preside Randazzo però questa decisione non è stata ben accolta dalle famiglie, anche se almeno per il momento la questione sembra essere chiusa, come spiegato dalla stessa preside: “Per prudenza ho revocato questa concessione. Le famiglie ora sono in difficoltà, volevano anche ribellarsi. Converrò con l’ufficio scolastico cosa fare ma non intendo riattivare il servizio.”



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