Parlamentari e cambi di partito, la musica sta per cambiare: il fenomeno dei trasformismi durante la legislatura sta per finire. C’è una riforma che impedisce i cambi di casacca in corsa, un’abitudine che ha toccato livelli record. Dall’anno prossimo sarà vietato creare gruppi diversi da quelli dei partiti votati alle urne. Inoltre, sarà possibile fondere tra loro solo i gruppi parlamentari esistenti. Ogni gruppo, pur mantenendo la soglia minima di dieci senatori, deve rappresentare un partito o un momento politico che abbia presentato alle elezioni per il Senato propri candidati con lo stesso contrassegno. Chi vorrà uscire, dunque, come riportato da La Stampa, potrà passare solo al gruppo misto. La riforma è pronta a segnare uno spartiacque tra un prima e un dopo, ma solo per i senatori. La Boldrini dal 2013 non è riuscita a farla approvare per la Camera. A Le Iene Show, dunque, si parlerà di un fenomeno su cui il Senato è intenzionato a porre un argine. (agg. di Silvana Palazzo)
QUANDO “LA TRANSUMANZA” È ROUTINE
C’erano una volta le preferenze conquistate sul territorio, le campagne casa per casa, le riunioni nella sezione di partito del comune, quel senso d’appartenenza che legava i candidati del posto ai propri elettori, anche quando si aveva la fortuna di essere catapultati a Roma. Ora che l’elenco dei parlamentari è fatto perlopiù da nominati, le conseguenze si traducono in una minore fedeltà all’ideale di partenza: tanto basta avere l’accordo con il leader di questo o quel partito, una buona posizione in lista, ed il gioco è fatto. Ecco che allora non sorprende il dato di Openpolis, che al settembre di quest’anno fissava a quota 526 i “cambi di casacca” (297 alla Camera, 229 al Senato) avvenuti in questa XVII legislatura che volge al termine. Un dato da record, quello comprensivo di cambi di partito registrati dal febbraio del 2013, che probabilmente rende meglio l’idea citando la media di 10 passaggi da un gruppo all’altro al mese. Il doppio della scorsa legislatura, il 35,4% dei parlamentari interessati dal fenomeno: più di un terzo dei nostri politici, in questi anni, almeno una volta ha cambiato idea.
DOVE TIRA IL VENTO?
Del cosiddetto fenomeno della transumanza politica si occuperà nella puntata di oggi anche Antonino Monteleone, inviato de Le Iene Show. Ma c’è un altro aspetto che può essere interessante nell’analizzare i vari cambi di partito da parte dei politici. Gli spostamenti dei nostri rappresentanti da uno schieramento all’altro, infatti, sono il barometro più affidabile per capire dove tira il vento del momento. Si ha la prova provata che il berlusconismo sta tornando di moda andando a vedere che è proprio Forza Italia il gruppo che sta facendo incetta di figliol prodighi. Qualche nome? La prima è stata Nunzia De Girolamo: poi dall’ex Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano sono arrivati anche Alberto Giorgetti, Renato Schifani, Antonio D’Alì, solo per citarne alcuni. Il Pd, in seguito all’ultima scissione a sinistra, ha perso 22 deputati. Ma in passato, quando l’onda renziana era più alta, ha accolto diversi parlamentari, come dimostra il saldo negativo di solo 8 unità. Il record di parlamentari persi spetta al Movimento Cinque Stelle: 21 deputati in meno rispetto ad inizio legislatura. Chi se n’è andato non è più tornato.