Si aggiungono Salvini e la Corte dei Conti nel destino segnato e “tragico” dell’albero di Natale più sfortunato della storia: Spelacchio finisce sotto l’occhio del ciclone dopo l’esposto del Codacons in cui viene chiesto alla giustizia contabile su possibili indagini circa un danno erariale importante. «L’associazione di consumatori chiede anche la rimozione dell’albero di Natale di Piazza Venezia palesemente morto e che rappresenta un vergognoso spettacolo per cittadini e turisti», recita l’esposto dei consumatori. È richiesta l’apertura addirittura di una indagine, parallela a quella messa in atto dal Campidoglio per decisione del sindaco Virginia Raggi, «per verificare la questione legata ai fondi spesi, a volte in maniera immotivata e dannosa per l’erario, per l’acquisto di un bene poi rilevatosi totalmente inutile – come nel caso dell’albero di Piazza Venezia, acquistato pochi giorni fa ed ormai prossimo alla morte – a discapito di tanti servizi, utili alla collettività, che, invece, non vengono presi in considerazione». E poi ci si mette anche Salvini che come tanti in queste ore utilizza il “caso” Spelacchio per mandare un preciso attacco al governo grillino della città di Roma: «Escludo che saremo la stampella del Movimento 5 Stelle, perché cambiano idea troppo spesso. Abbiamo visto cosa accade a Roma e io il governo spelacchio non lo voglio sostenere». Povero Spelacchio, che triste (e folle) fine…
L’ENNESIMO “COMPLOTTO” NELLA CAPITALE M5S
In principio furono quelli “che volevano far vincere il Movimento 5 Stelle”; in secondo luogo ci sono stati i frigoriferi; in terzo luogo i condizionatori. E ora, come degno seguito, i killer degli alberi di Natale. I complotti nella Roma di Virginia Raggi sembrano sempre di più e sempre più “bislacchi”, per essere carini: il Comune ha aperto una indagine sul povero “Spelacchio” e già si vocifera che la colpa sarebbe di chi non l’avrebbe coperto troppo bene nel viaggio verso la Capitale. «Secondo le prime ricostruzioni del Comune, lungo il viaggio sarebbe stato coperto solo parzialmente, lasciando la chioma senza protezione. E per questo il grosso delle foglie sarebbe poi venuto giù. Se così fosse, Palazzo Senatorio potrebbe davvero chiedere di applicare una penale alla ditta che si è occupata del trasporto e del montaggio, al prezzo di 48mila euro (tre volte tanto rispetto all’anno passato)», spiega il Messaggero su fonti dal Campidoglio. Quello che resta è, oltre ad una figura d’immagine non certo memorabile (o almeno, lo è ma per motivi diversi da quelli voluti dal sindaco Raggi), un’intera città “bloccata” su un albero di Natale, per quanto importante possa essere. Un ennesimo complotto e una giunta impegnata a “scovarli” per poter dire che “tutti ce l’hanno con noi”: «Spelacchio? La prossima volta cercheremo di fare meglio, ma non si può giudicare un’amministrazione per l’albero di Natale. Si è voluto cavalcare questa vicenda, ma ai romani interessano altre cose. Alle regionali vincerà la Lombardi e questo porterà benefici anche al Comune», ha spiegato difendendosi il Presidente M5s in Campidoglio, Paolo Ferrara. Ormai però, la caccia all’ennesimo complotto “anti-grillino” è già bella che cominciata..
È STATO AVVELENATO?
Fin dal giorno della sua installazione a Piazza Venezia, il giorno prima dell’Immacolata, Spelacchio aveva fatto discutere. L’albero di Natale di Roma, però, era riuscito – grazie al suo particolare carisma – a dimostrare che non serve essere belli e impossibili, per prendersi la scena. Fatto sta che il dipartimento Ambiente del Comune lo ha dichiarato ufficilamente “morto”. Colpa delle piogge? Delle folate di vento degli ultimi giorni che lo hanno reso sempre più “spelacchiato”? Qualcuno arriva a ventilare addirittura l’ipotesi di un complotto, o meglio, di un albericidio, di un giallo nella Capitale sotto Natale. C’è da fare però un bagno di realtà. Spelacchio era già morto da tempo. Lo ha confermato, intervistato dall’Agi, Ilario Cavada, esperto della Magnifica Comunità della Valle di Fiemme da cui l’ormai mitico Spelacchio proveniva:”L’abete rosso è partito da noi già morto, nel senso che come prassi gli sono state tagliate le radici essendo impossibile altrimenti il trasporto“. L’albero, però, avrebbe dovuto restare rigoglioso per circa due mesi. Dunque, di chi sono le colpe del prematuro decadimento dell’amico abete? avada azzarda un’ipotesi:”Escludo che sia seccato così in fretta per colpa del freddo, o, come detto da qualcuno, perché avvelenato perché non ci sono evidenti sintomi per avvalorare questa ipotesi. Quello che è successo è che sia stata eseguita non correttamente l’operazione di slegatura della pianta una volta arrivata a Roma, procedura, questa, di estrema delicatezza perché c’è il rischio di rottura dei rami. Ecco, a mio giudizio, e senza accusare nessuno, la causa di quel che è successo va ricercata in questa fase“.
LA RAGGI APRE UN’INCHIESTA SU SPELACCHIO?
Di diventare così importante, al punto da suggerire alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, l’apertura di un’inchiesta forse neanche Spelacchio l’avrebbe pensato. Il Messaggero però sottolinea la volontà della prima cittadina di richiedere al Servizio Giardini una “rilevazione tecnica urgente” che faccia luce sulla catena di errori che ha reso Spelacchio spelacchiato. Tra il Comune di Roma che l’albero lo ha ricevuto e la Magnifica Comunità della Valle di Fiemme che l’albero lo ha spedito, c’è poi una terza parte: la ditta Ecofast Sistema srl che Spelacchio lo ha trasportato. Contattata più volte sulla questione da Il Corriere della Sera, dall’azienda si sono trincerati dietro il silenzio. La sensazione è che nessuno voglia avere Spelacchio sulla coscienza, che alla fine ci sia voglia di dimenticare, che queste feste scorrano in fretta: e poco importa che quest’anno l’Epifania rischia di portare tutte le foglie via. Non ci resta che congedarci con la frase che il geniale account Twitter che si è incaricato di esprimere al mondo lo Spelacchio-pensiero ha rivolto alla Raggi, subito dopo la dichiarazione del decesso:”Ave Virginia, morituro te salutat”.
Ave Virginia, morituro te salutat.@virginiaraggi
— Spelacchio (@spelacchio) 18 dicembre 2017