Finisce oggi dal Portogallo all’Italia l’ultimo viaggio che Maurizio Tramonte teoricamente dovrebbe fare per il resto della sua vita: il terrorista “nero” accusato e condannato all’ergastolo per la triste e nota Strage di Piazza della Loggia a Brescia del 1974, oggi viene estradato ufficialmente dalla procura portoghese e condotto a Roma Fiumicino. La novità di oggi in realtà era ampiamente prevista fin dallo scorso giugno quando proprio Tramonte, pochi giorni dopo la condanna definitiva della Cassazione all’ergastolo assieme al “complice” Carlo Maria Maggi, fuggì per qualche ora prima di essere recuperato e arrestato mentre si trovava a Fatima in pellegrinaggio al santuario della Madonna. Venne subito prospettata l’estradizione dalle autorità del Portogallo e oggi quel giorno è arrivato: «Scortato da agenti dello Scip (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia), Tramonte arriverà all’aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da Lisbona. Espletate nello scalo le formalità dell’arresto sul territorio nazionale presso l’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea, Tramonte sarà immediatamente associato presso la competente Casa Circondariale a disposizione dell’autorità giudiziaria», riporta la Polizia di Stato, con il volo che dovrebbe arrivare a minuti nella Capitale.



L’ARRESTO A FATIMA

Si conclude così la “fuga” improvvisata di Maurizio Tramonte dopo i lunghissimi anni di processi, falsi indizi e piste secondarie che sono emerse nella lunga indagine sulla strage di Brescia. Carlo Maria Maggi è stato identificato essere la mente con ruolo organizzativo e di direzione dell’attentato; il terrorista invece estradato oggi da Lisbona, oltre ad aver partecipato riunioni preparatorie dell’attentato, avrebbe anche dato la sua disponibilità a collocare personalmente la bomba, come da lui affermato e confessato durante il Processo. Quello stesso ordigno il 26 maggio 1074 ha ucciso 8 persone e ferite altre 100, ed era stato nascosto in un cestino dei rifiuti nella piazza che celebrava una manifestazione contro il terrorismo neofascista. È stato arrestato dopo una breve fuga nel santuario di Fatima, grazie al lavoro dei Ros e dello Scip: Tramonte a Pasqua era già stato a Lourdes, sempre nei santuari mariani, di cui si dice abbia una grande fede. Lo scorso giugno però quegli 8 morti e 102 feriti “pesano” e i giudici arrivano a confermare la sentenza di condanna: è ergastolo. A quel punto Tramonte stacca il cellulare tanto che viene preso come latitante effettivo a partire dalla mattina del 21 giugno. La fede potrà continuare a coltivarla in carcere, di fatto (forse) l’unico modo per stare di fronte alla strage immane provocata e chiedere, finalmente, quel perdono che finora non ha mai espresso a pieno titolo.

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