Mi ha colpito la coincidenza. Ieri sul Foglio Daniele Ranieri ha dedicato una pagina alla fine di Isis e al destino dei foreign fighters, i giovanotti europei partiti baldanzosamente per contribuire al trionfo del califfato: ora che quel sogno si è dissolto e sono finiti nelle carceri irachene, pensano a come salvare la pelle, raccontano che loro erano lì, sì, ma solo come appoggio tattico, erano ausiliari, tecnici, non hanno mai imbracciato le armi, dicono. Qualcuno, come Tarik Jadaoun, cittadino belga di origini marocchine, che compare armato fino ai denti in un video di propaganda in cui esorta i musulmani a “importare la guerra nel cuore della Francia e del Belgio” e non può certo minimizzare il proprio ruolo, annuncia di avere importanti notizie per i servizi segreti europei, tira in lungo sperando di scampare alla forca che lo aspetta.
Sempre ieri, la Digos ha individuato a Genova un terrorista marocchino, Nabil Benhamir, in attesa di istruzioni per compiere attentati. Sul telefono aveva video di decapitazioni e istruzioni per fabbricare bombe e cinture esplosive, per l’uso di armi e per l’utilizzo del cellulare come detonatore, e il “bando di arruolamento” per l’Isis.
Mi ha colpito, dicevo, la coincidenza. A poco più di tre anni dall’orgogliosa proclamazione, lo stato islamico è ridotto alla difensiva, la sua marcia apparentemente trionfale è stata interrotta, ha perso gran parte del suo potere di seduzione, gli adepti caduti nella sua rete ora cercano di districarsi come possono. È la sorte di tutti gli idoli, che sempre tradiscono le speranze in essi riposte. È il destino di tutti i sogni di rinnovamento del genere umano, di qualunque segno, che sempre hanno finito per deludere. Ma il sogno, il desiderio di un cambiamento della storia, di una novità nella storia, di un mondo nuovo nel mondo — di “una cosa dell’altro mondo, in questo mondo”, per usare la celebre espressione di don Luigi Giussani — permane, è inestirpabile dal cuore degli uomini. Può essere perseguito con bombe e scimitarre, e da questi fanatici bisogna sempre guardarsi. Oppure si può riconoscere che il mondo nuovo nel mondo è già cominciato, da duemila anni o giù di lì. Tra poco festeggiamo l’anniversario. Anche se non lo sa, anche Nabil attende questo.