Siamo in Argentina, il Paese di Papa Francesco e dove tantissimi italiani nel passato hanno trovato una casa e una possibilità di ricominciare dopo gli anni bui e poveri in Italia. Ecco, oggi la situazione in alcune parti dello stato finito in default quindici anni fa versano in quella foto che campeggia qui e sui tantissimi social argentini: una bambina piccola, dall’età non comprensibile dalla foto, comunque non supera i 5 anni, che si china su un marciapiede e prova a “bere” delle gocce di acqua piovana sporca e tutt’altro che sana in una pozzanghera. Sta facendo il giro del mondo la foto scattata da un giornalista di Misiones Online lo scorso 13 dicembre a Posadas, in Argentina, all’interno della comunità indigente dei Guarani Mbya: in questa parte del Paese gli indigeni “vivono” chiedendo l’elemosina e spesso sono i minori i primi lanciati sulla strada per tirare su qualche soldo utile alla sopravvivenza. Appunto, si sopravvive, ma così è difficile vivere.

LA DENUNCIA E LA SOLIDARIETÀ

«Mentre il paese va a fuoco questa bambina si idrata bevendo dal marciapiede. C’è qualcosa che non va nella nostra società, o no?», si chiede Migue Rios, volontario di Unicef e Plato Lleno (associazione contro lo spreco alimentare) in Argentina, condividendo su Facebook l’immagine diffusa da Misiones Online per denunciare la situazione dei bambini della comunità indigena. Una denuncia che ha fatto immediatamente il “boom” sui social e in mezzo mondo, con l’immagine di quelle periferie lontanissime che più volte Papa Francesco ha “citato” perché tutta la Chiesa possa andare incontro e dare un sostegno, una mano, un ristoro in una condizione altrimenti difficilmente sopportabile. «Ho pubblicato la foto perché finalmente iniziamo a parlare di un problema di cui nessuno parla, mentre quelli che dovrebbero fare qualcosa se ne lavano le mani», spiega ancora Rios. Gli effetti però, per una volta, si sono visti praticamente subito; come annota lo stesso Misiones Online, dopo la pubblicazione della foto alcuni amici dei giornalisti hanno portato taniche d’acqua per aiutare in quel paese i bambini che vivono di fatto in mezzo alla strada. In seguito, anche un gruppo di reporter ha fatto lo stesso fino ad altri cittadini che si sono mobilitati per aiutare la comunità indigena dove vive quella bimba “della pozzanghera”. Spesso i minori dei Guarani Mbya vengono sfruttati, un po’ come i rom qui in Europa, per chiedere l’elemosina in una delle aree più calde e afose del pianeta: quella seta tutt’altro che “teorica” ha colpito tutti e li ha fatti “smuovere”. Una sete di felicità e di bene che per una volta ha provato ad andare incontro alla sete “fisica” e urgente di quella piccola innocente: una foto che vale molto più di mille commenti.

https://twitter.com/misionesonline/status/943499742306332673/photo/1