Sebbene l’immagine ormai ufficializzata della nascita di Gesù sia quella che tutti conosciamo, una povera stalla, andando a ricostruire per bene quello che dice l’evangelista Luca, sistemando anche qualche errore di interpretazione nella traduzione anch’essa ufficiale, si scoprirà che gli eventi andarono in modo ben diverso come ricostruisce un interessante articolo sulla versione inglese del sito Aleteia. Cosa che non cambia  è l’umiltà e la povertà della nascita del Salvatore, ma è interessante vedere coem si svolsero realmente le cose. Innanzitutto, essendo Giuseppe tornato nella sua città natale, da cui proveniva la sua famiglia, stirpe di Davide, Betlemme, per il censimento obbligatorio imposto dai romani, possibile che fosse andato in cerca di un ostello, un alberghetto come si dice da sempre, e non abbia trovato un posto? Sicuramente a Betlemme aveva dei parenti che lo avrebbero ospitato. E analizzando il testo originale si vede che è proprio così. La Santa Famiglia non arrivò neppure all’ultimo momento, la notte stessa del parto, come si dice da sempre, tanto da trovare posto solo in una stalla. In Luca 2:4-6 si legge infatti che “E mentre si trovavano lì, venne il tempo per Lei di partorire”. Dunque si trovavano già a Betlemme quando Gesù nacque, al sicuro: non sarebbe sopravvissuto al freddo di una stalla per dei giorni. L’inghippo però sono due parole tradotte malamente dal testo originale greco, ancora di Luca: “E diede alla luce il figlio primogenito e lo avvolse in fasce, e lo mise in una mangiatoia perché non c’era posto nella locanda”.



Nel testo originale infatti Luca usa la parola “kataluma” che significava ai tempi “camera degli ospiti”. Per la parola locanda usa invece la parola “pandokheion”. Inoltre, quale donna vorrebbe dare alla luce un figlio in un posto pubblico come una locanda? Dunque, rileggendo Luca con questi esempi, la coppia era già a Betlemme da qualche giorno dove avevano cercato il luogo adatto per mettere al mondo un figlio. Secondo i più recenti studi archeologici le case ebraiche consistevano di uno spazio vicino alla porta dove venivano tenuti gli animali posseduti dalla famiglia, in modo da non essere rubati e anche per riscaldare le persone con il calore del loro corpo. La famiglia viveva e dormiva in una altra parte della stessa stanza. Quasi sempre queste case avevano una sorta di stanza per gli ospiti al piano di sopra o poco sotto la stanza principale. Essendo che gli animali dormivano in casa, ovviamente all’interno c’era anche una mangiatoia. In altri casi, le abitazioni avevano una caverna sul retro che usavano per gli animali più preziosi, per tenerli ben nascosti. L’ipotesi più accreditata, visto che le case erano piene per il censimento e anche le stanze degli ospiti, è che non si sia voluto far partorire Maria davanti ad altre persone e la si sia portata nella grotta sul retro: qui c’erano animali che avrebbero scaldato il neonato e una mangiatoia dove deporlo. Così il Re de mondo nacque in una sorta di stalla in una caverna, come il più umile di tutti gli uomini, ma non rifiutato dai concittadini di Giuseppe.

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