Letture che hanno ispirato in modo chiaro l’omelia presso la chiesa di Santa Marta durante la liturgia di stamattina, da parte di papa Francesco. Il tema che ne ha tratto è quello della gioia cristiana, quella che viene dal di dentro e non da una occasione festaiola. Per sottolineare questo aspetto, Francesco ha individuato tre punti. Il primo è la gioia che nasce dal perdono, la consapevolezza che Dio ha revocato la nostra condanna. E’ la radice della gioia cristiana, ha detto. Facendo riferimento a Nitzsche senza nominarlo, il papa ha ricordato la famosa frase del filosofo tedesco: “Ma quelli – i cristiani – dicono di avere un Redentore; io ci crederò, crederò nel Redentore quando loro avranno la faccia di redenti, gioiosi per essere redenti”. Ma se tu hai faccia di veglia funebre, ma come possono credere che tu sei un redento, che i tuoi peccati sono stati perdonati? Questo è il primo punto, il primo messaggio della liturgia di oggi: tu sei un perdonato, ognuno di noi è un perdonato”.
Il secondo punto da cui scaturisce la gioia cristiana, ha spiegato, è il fatto che “il Signore cammina con noi”, alle nostre difficoltà, ai nostri dolori. Infine il rifiuto del pessimismo: “Quel pessimismo della vita non è cristiano. Nasce da una radice che non sa che è stata perdonata, nasce da una radice che non ha sentito mai le carezze di Dio”. E dunque, ha concluso, “questa è la gioia che la Chiesa ci dice: per favore siamo cristiani gioiosi, facciamo tutto lo sforzo per far vedere che noi crediamo di essere redenti, che il Signore ci ha perdonato tutto e se noi faremo qualche scivolata Lui perdonerà pure perché è il Dio del perdono, che il Signore è in mezzo a noi e che non ci lascerà cadere le braccia. Questo è il messaggio di oggi: “Alzati”. Quell’alzati di Gesù, ai malati: “Alzati vai, grida di gioia, rallegrati, esulta e acclama con tutto il cuore”.