Se anche a Natale bisogna fare polemiche politiche… Scusate la semi-rassegnazione in questo incipit, ma il “caso” di Arcore non è che ci riscalda i cuori in questi giorni di vigilia del Santo Natale 2017 (ecco, quello che sì che per fortuna il cuore ce lo riscalda e non poco, ndr). Nella cittadina brianzola nota alle cronache per la casa di Silvio Berlusconi, è proprio la politica a farla da “padrona” in questi giorni con un presepe “osteggiato” da un contropresepe: e stavolta l’ex Cav non c’entra proprio niente. Davanti alla Parrocchia di Sant’Eustorgio alcuni fedeli in accordo con il sacerdote hanno costruito e installato un presepe con Gesù, la Madonna e San Giuseppe che danno la lieta novella del Natale su un barca assieme ad altri profughi, in una immagine che non può non richiamare alla mente i barconi con cui i migranti arrivano dal Mediterraneo ogni giorno. Ecco, nel giro di qualche giorno e scatta la polemica: la Lega Nord cittadina non gradisce la “mangiatoia” con riferimento migranti e si inalbera contro la Comunità cattolica, lanciando la contro-proposta politica, con tanto di presepe tradizionale nell’immaginario collettivo.



LA REAZIONE POLITICA

«Il presepe – ha spiegato Laura Besana, segretario dei lumbard – è tradizione, cultura e identità, anche spirituale, della nostra terra e della nostra gente». Gli fa eco Cristiano Puglisi, capogruppo di Forza Italia: «Ho molto rispetto per l’attività nel sociale della parrocchia di Sant’Eustorgio, ma da cattolico non apprezzo la strumentalizzazione politica di un simbolo sacro, quale il presepe, che è patrimonio di tutti i cristiani». Le reazioni politiche ad una vicenda che dovrebbe colpire l’immaginario sociale per ben altri motivi – la venuta di Gesù tra gli ultimi e la speranza promessa della sua nascita per lenire le colpe e salvare l’umanità, giusto per citarne due – non si fermano certo qui: il consigliere regionale del Carroccio, Massimiliano Romeo su Facebook chiede: «Preferite il presepe tradizionale del gazebo della Lega o quello della parrocchia di Sant’Eustorgio? Mi sembra decisamente preferibile quello della Lega. Capisco che la Chiesa debba parlare del dramma dei profughi, ma non mi spiego come mai se ne debba parlare a ogni occasione. Sono stato di recente a una recita scolastica per il Natale e anche lì ci hanno piazzato una filippica sui richiedenti asilo». La scelta della Chiesa di Arcore fa discutere e il contropresepe di un partito politico nel proprio gazebo non aiuta ad una discussione nel merito, ma innalza solamente la coltre politica della vicenda: «Gesù, profugo tra i profughi, ultimo tra gli ultimi, non ti stanchi di venire a bussare nel nostro cuore, non perdi la speranza che abbiamo a rendere divina questa nostra avventura umana. Possiamo anche immaginare che al di là delle finestre, in queste case ci siano dei presepi certamente belli, ma pur sempre finti. Il dramma in realtà accade fuori, il presepe vero è fuori», così scrivono i parrocchiani a fianco dell’opera, dimostrando forse un eccesso di “presunzione” nell’accusare gli altri presepi delle famiglie brianzole come “finti” invece dell’unico vero dramma di oggi, i migranti. Di drammi ve ne sono tanti e la bellezza e “paradosso” del Natale è che il piccolo Gesù è venuto per liberali tutti, sia quelli più evidenti e mediatici che quelli più intimi e personali. Costruire polemiche politiche con gazebo di protesta sul presepe non fa altro che alimentare la “barriera” piuttosto che la “breccia” di incontro il cui vero rappresentante è proprio quell’Esserino nato nella mangiatoia in questi giorni di fine anno.

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