Adesso mi metto a dieta! Quante volte lo diremo da oggi fino all’8 di gennaio compreso. Poi ti invitano a un aperitivo innocuo e quando esci manco ti sei accorto che hai sbranato la ciotolina delle noccioline, poi le patatine e dietro tre bicchieri di Bollicine. L’apericena esiste, altroché, anche se il titolo del libro che abbiamo concepito con Federico Francesco Ferrero (Cairo editore) si intitola L’Apericena non esiste, nel senso che bisogna starne alla larga per rimanere in forma fra pranzi e feste e una vita sociale che ci acchiappa. 



Adesso però mi prendo un po’ di tempo per fare i regali. E invece il ritmo del lavoro ti assorbe talmente tanto, che è rimasta appena la vigilia di Natale per cercare gli ultimi “pensieri”, si dice così. Adesso, adesso, adesso ma quel momento non arriva mai e i buoni propositi mostrano d’aver sempre avuto le gambe corte. Adesso è anche il titolo del libro cui tengo di più, e da 11 esce con la scansione di un’agenda: una pagina al giorno, per stare davanti al gusto, al bello, ma anche dove annotarsi come scorre la vita. Che sembra non avere mai un adesso, un istante dove quantomeno ti accorgi che non si può rincorrere soltanto un’ambizione, scambiata poi per la felicità. 



Già, questa che sembra un sentimento fanciullesco è una cosa un po’ diversa: la riconosci perché succede Adesso, non domani, non più in là come recitava Montale, pensando a “l’azzurro fitto del cielo dove qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto ‘più in là'”. Il Natale allora cosa c’entra? C’entra come il proposito di far la dieta: non ce la puoi far da solo, ci vuole sempre qualcuno a cui rispondere. Così funziona. Io l’ho fatto per due mesi, rispondendo con un’app, ogni mattina, al mio nutrizionista: ho perso 12 chili. Ed ora penso di sapere come si fa, ma ne ho già ripresi 5. 



Se non rispondi a qualcuno, nessuno proposito si realizza, neanche un lavoro riesce bene, neppure la vita di coppia viaggia liscia. E se non torni a casa per qualcuno, rischi di lasciarti andare o di farti portar via: dal lavoro, dall’ambizione, dalla routine senza sorpresa. Ecco, a un certo punto Dio si è fatto uomo per questo: perché potessimo rispondere a qualcuno circa quella cosa strana e piena di attrattiva che è la felicità: compimento di ciò che senza conoscere cerchiamo.

Ora, sarà un particolare, ma in quella vita di Gesù durata 33 anni c’è stato anche il mangiare e il bere, il caldo e il freddo, la tenerezza e la violenza, la fine e la rinascita. Sempre: dal Natale alla Pasqua. Esattamente come la parabola della vita di ciascuno di noi, che saremmo persi se non avessimo qualcuno con cui dialogare, qualcuno che ti chiama: Paolo! E tu rispondi. Perché la vita può non avere contorni se non rispondi mai a nessuno oppure se non ti accorgi che stanno chiamando proprio te, Paolo fra anti Paoli. 

Il mio libro, Adesso, arriva per offrire questa riflessione quotidiana: come faccio a stare ogni giorno con una cosa bella (e anche buona)? Non ci avevo mai pensato, finché un bel giorno un amico di Torino, don Bernardino Rainero, che ci ha lasciati in un’annata eccezionale per il vino, il 1997 (ho assaggiato ieri la Barbera d’ Asti Bricco dell’Uccellone di quel millesimo: Ed era superba), un giorno mi disse: “La felicità è come incontrare Dio, ma perché succeda bisogna stare ogni giorno con una cosa bella”. E quando? Adesso.