Viene descritto come una brava persona, un marito attento e un padre presente, l’uomo che è finito in carcere per aver molestato una bambina in ambulanza. Il volontario, diventato «l’orco di Lacchiarella», il paese dove vive, è accusato ora di violenza sessuale aggravata su minore. I colleghi si dicono «sconvolti»: stentano a credere che si sia reso davvero responsabile degli abusi. «Siamo senza parole, un fatto agghiacciante», ripetono. «Non può essere vero, non può essere andata così – aggiungono -. È una persona generosa, fa il volontario da vent’anni. E poi, fare una cosa così atroce su un’ambulanza, con lo spazio ristretto che c’è, con la madre lì e i colleghi: bisogna essere pazzi, e lui pazzo non lo è». Chi lo conosce racconta dell’amore dei suoi nipoti, di quanto la sua famiglia sia ora distrutta. Qualcuno – come riportato da Il Giorno – ipotizza che la mamma abbia frainteso, chi lo difende pensa che anche il collega a bordo dell’ambulanza possa aver equivocato. L’uomo dal canto suo si dice innocente: «Ha smesso anche di parlare, chiuso in se stesso». (agg. di Silvana Palazzo)



IL COLLEGA CONFERMA LA VERSIONE DELLA MAMMA

L’autore delle molestie sulla bambina di 10 anni abusata durante il trasporto in ambulanza era un volontario. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, l’operatore sanitario è finito nel carcere di San Vittore lo scorso 13 dicembre dopo la segnalazione della madre della piccola paziente, la stessa che con la coda dell’occhio ha notato gli atteggiamenti poco consoni e i palpeggiamenti nei confronti della bambina. Da sottolineare che, dopo il racconto dell’accaduto ai militari del nucleo Radiomobile, le indagini sono state chiuse in maniera molto celere anche grazie al racconto del capo-equipaggio dell’ambulanza. Proprio lui, estraneo alla vicenda, ha di fatto confermato ai carabinieri quanto descritto dalla madre della bambina, inchiodando l’orco alle sue indicibili colpe, frutto di azioni vigliacche su una piccola di soli 10 anni. (agg. di Dario D’Angelo)



LE CAREZZE IN CASA

Una bambina di 10 anni è stata molestata da un operatore dell’ambulanza che la stava trasportando in ospedale. I fatti risalgono ad una decina di giorni fa: sono circa le 22:30 e la mamma della piccola, preoccupata per la febbre alta della figlia che non accenna ad abbassarsi, chiede l’intervento del 118. Pensa di aver affidato la bambina in mani sicure, ma non sa che uno degli operatori inviati nella sua abitazione è in realtà un orco pronto ad approfittare della sua minima distrazione. Come riportato da La Stampa, fin dall’arrivo dell’equipe medica in casa, la donna nota il particiolare atteggiamento di uno degli operatori, un 50enne di Lacchiarella, nel Milanese. Dovrebbe prendere nota dei parametri vitali e prestare le prime cure alla bambina, ma in realtà indugia più del dovuto sul suo corpicino, le riserva delle carezze sulla schiena. La mamma si insospettisce, ma fino ad un certo punto: pensa che si tratti di un’accortezza, di una gentilezza dell’operatore nei confronti della viglia. Non sa ancora che è il preludio delle molestie che andranno in scena, a pochi metri da lei, una volta saliti sull’ambulanza. 



LA MADRE INCHIODA L’OPERATORE

Neanche il tempo di coprire una certa distanza in ambulanza che l’operatore dà inizio ai palpeggiamenti nei confronti della bambina di 10 anni che era invece chiamato a soccorrere. Come ricostruito dai carabinieri, l’orco, 50 anni, avrebbe approfittato di un momento di distrazione da parte del collega e della mamma della giovanissima paziente. Il primo era impegnato sulla parte anteriore dell’ambulanza a stilare la documentazione per il ricovero in ospedale, la mamma era invece di spalle sulla parte posteriore, intenta a telefonare i parenti per informarli della scelta di portare la figlia in ospedale. Ed è stato proprio in quel frangente, allo stesso tempo breve e interminabile, che l’operatore ha approfittato della bambina febbricitante, allungando le mani su di lei e palpeggiandola dal seno fino alle parti intime. Pensava di coprire le sue manovre con una cartella clinica richiesta al collega ma la madre della bambina, nel frattempo, con la coda dell’occhio si era accorta che qualcosa non andava e immediatamente si era irrigidita. Allo stesso tempo, il collega dell’orco aveva notato dei movimenti sospetti e alzato lo sguardo dai suoi documenti, motivo per il quale l’operatore ha posto fine alle molestie facendo finta di nulla. Sperava di cavarsela così, ma non aveva fatto i conti con la rabbia di una madre, decisa a far valere i diritti della figlia. Una volta arrivata all’ospedale San Paolo, infatti, la donna si è subito avvicinata ai carabinieri del Radiomobile presenti sul posto per altri motivi e ha denunciato l’accaduto. I militari, a questo punto, hanno raccolto la testimonianza del collega dell’indiziato e, effettuati gli accertamenti del caso, hanno provveduto ad arrestarlo. Il 50enne, adesso, è recluso nel carcere di San Vittore.