La polizia ha impresso una importante svolta nelle indagini sul caso del diciassettenne ferito a Napoli lunedì scorso da una baby gang. Decisive sono state le testimonianze del ragazzo ferito, accoltellato alla gola e in altre parti del corpo, e di un altro giovane che era stato bloccato poco prima dal gruppo. La polizia ha fermato un quindicenne accusandolo di tentato omicidio. Le indagini però non si sono fermate: bisogna individuare altri tre componenti della baby gang. Le immagini di alcune telecamere e l’attività sul territorio delle forze dell’ordine potrebbero essere ancora decisive. Arturo, questo il nome del 17enne aggredito, è stato colpito con numerose coltellate, anche alla gola e al torace, quindi è stato ricoverato in gravi condizioni. Forse lo avevano bloccato per rubargli il cellulare, riporta Adnkronos: la stessa vittima ha raccontato di essere stato avvicinato da quattro ragazzi che gli hanno chiesto l’ora e poi lo hanno invitato a seguirlo. Dopo il suo rifiuto, hanno cominciato a colpirlo. Due gli sono andati addosso con dei coltelli, gli altri due hanno fatto da “palo”. Poi tutti si sono dati alla fuga.
17ENNE ACCOLTELLATO, FERMATO 15ENNE: CACCIA AI COMPLICI
Uno dei presunti aggressori è stato individuato e, spiega la Questura, «riconosciuto in seguito a ricognizione fotografica dalla vittima stessa, nonché da un altro giovane, anch’egli minorenne, sia tramite la ricognizione fotografica, sia nel corso di individuazione di persona». Ora le indagini proseguono per individuare gli altri componenti della baby gang. Per questo sono state diffuse le immagini degli impianti di videosorveglianza pubblica e privata dell’area interessata dall’evento delittuoso ad oggi acquisite. Intanto, come riportato da Quotidiano.net, emerge un quadro preoccupante sulle violenze dei baby criminali: Sono circa 20mila i reati commessi in Italia nell’arco di un anno da minorenni e da giovani adulti, secondo l’ultimo report del ministero della Giustizia aggiornato al 15 agosto di quest’anno. Un numero impressionante che corrisponde ad altrettanti autori di delitti, o presunti tali. Nella maggior parte dei casi, i giudici tentano di far scontare le pene nelle comunità di recupero e in apposite strutture senza sbarre alle finestre. Il ricorso al carcere è considerato una extrema ratio per evitare ricadute.