Avvolto in un sacco nero per rifiuti, il cadavere di Sofiya Melnyk è stato trovato in fondo a un burrone. Vestita, in posizione fetale, la 43enne ucraina è stata gettata tra piatti di plastica, fazzoletti e pacchetti di sigarette. Chi l’ha uccisa si è addentrato nei boschi, fermandosi all’altezza del terzo tornante del Grappa, la strada Cadorna che parte da Semonzo, in comune di Romano d’Ezzelino. Dalla banchina ha gettato il sacco nella scarpata, allontanandosi. L’autopsia fornirà la tempistica del macabro rituale, oltre ad altri dettagli importanti. La misteriosa morte di Sofiya ruota ora attorno a tre uomini: Pascal Albanese, un geologo emiliano 70enne con cui avrebbe avuto una relazione di nove anni e un medico di Treviso, che la donna aveva conosciuto poche settimane prima la sua scomparsa. Tutto fa pensare che sia stato il compagno, trovato impiccato, a ucciderla. Ora molti dettagli stanno emergendo: ad esempio, si sa che aveva almeno altri due uomini, a cui Pascal era presentato come cugino. Stando a quanto riportato dal Gazzettino di Venezia, la voglia di cambiare vita di Sofiya Melnyk potrebbe aver spinto il compagno all’estremo gesto. Il medico, sentito dagli inquirenti nei giorni scorsi, al Corriere del Veneto raccontò: «Non conta il tempo che abbiamo passato insieme, perché la nostra è stata fin da subito una storia importante. Non auguro a nessuno di provare quello che sto provando. Mi manca ogni minuto». (agg. di Silvana Palazzo)
CORNUDA, SOFIYA MELNYK È MORTA: TROVATO CORPO IN UN DIRUPO
Purtroppo un mese dopo arriva la conferma che tutti temevano: Sofiya Melnyk è morta e il suo corpo è stato ritrovato oggi, alla vigilia di Natale, nel dirupo all’altezza del terzo tornante delGrappa, la Strada Cadorna che parte da Semonzo, in comune di Romano d’Ezzelino (Vi). Il giallo di Cornuda arriva ad una svolta improvvisa, dopo che dal 20 dicembre erano state sospese le ricerche del corpo con lo stallo delle indagini arrivato ad un punto morto. Oggi invece un cacciatore ha segnalato un corpo rannicchiato in posizione fetale e coperto da un sacco nero in quella dannata scarpata: lo stato di decomposizione era alquanto avanzato e lo choc del cacciatore è per fortuna durato poco prima di poter chiamare soccorsi e di fatto “svelare” il mistero della scomparsa della 43enne ucraina, compagna di Daniel Pascal Albanese (suicida lo scorso 29 novembre, ndr). «L’area è stata passata al setaccio dai militari del reparto scientifico. Il corpo sarebbe proprio di Sofiya, anche se per l’ufficialità serviranno esami del Dna e autopsia. Ma i dubbi sono pochi», spiega il Corriere della Sera edizione Veneto.
RESTANO SOSPETTI SUL COMPAGNO SUICIDA
La prima parte fondamentale di questo mistero che per un mese ha lasciato senza fiato amici e parenti della povera Sofiya, ora è svelato: resta da capire e non sarà per nulla facile chi sia stato a far terminare tragicamente la vita della donna 43enne scomparsa fino ad oggi. Negli scorsi giorni abbiamo setacciato tra novità, presunti teste e clamorosi svelamenti sugli amori passati e non di Sofiya Melnyk: ad esempio, a dare la denuncia della scomparsa non fu il compagno Daniel Pascal ma un 70enne emiliano, che si è definito amante della donna da oltre 9 anni. Ma pare che un altro uomo, il terzo – un medico radiologo – avesse fatto breccia nel cuore di Sofya che era pronta a lasciare sia Daniel che il 70enne per stare con lui. Pascal si è suicidato undici giorni dopo la sua scomparsa e i sospetti forti sulla sua colpevolezza per la morte di Sofiya restano tali anche dopo il ritrovamento, con magari elementi in più che potranno essere disponibili con le prime autopsie sul cadavere. Al momento le cause della morte sono le prime questioni da dirimere, e poi di certo l’eventuale killer con indizi si spera lasciati evidenti sul corpo della povera donna ucraina..