Dalle guerre alla povertà, dai migranti ai bambini sfruttati: questi sono alcuni dei temi che Papa Francesco ha affrontato nella benedizione Urbi et Orbi di oggi, giorno in cui si festeggia il Natale. Temi che il pontefice ha affrontato anche per il messaggio di Pasqua, a dimostrazione del fatto che sono particolarmente sentiti da Bergoglio. L’elenco dei dolori del mondo è lungo, servono quindi ponti di dialogo per risolverli. Il messaggio Urbi et Orbi è arrivato dopo il tradizionale cerimoniale per il quale il papa viene accolto dalle rappresentanze militari vaticane e italiane, oltre che dalle due bande dei due Stati. La Gendarmeria Pontificia ha eseguito l’inno nazionale italiano, mentre i Carabinieri hanno eseguito quello pontificio. Dopo i saluti militari della Guardia Svizzera Pontifica e delle Forze Armate Italiane, il Papa ha pronunciato il messaggio Urbi et Orbi, cui segue quindi la benedizione (clicca qui per il nostro approfondimento). (agg. di Silvana Palazzo)
COME PAPA FRANCESCO HA SEMPLIFICATO IL CERIMONIALE
La benedizione Urbi et Orbi solitamente è impartita dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, ma dopo la perdita del potere temporale e fino al 1921 i papi non si affacciarono sulla piazza, bensì sulla loggia interna. Questo perché si consideravano “prigionieri in Vaticano”. Le cose cambiarono nel 1992 con Pio XI che tornò a dare la benedizione dalla loggia esterna con l’intenzione di risolvere la questione romana. Prima di lui il papa era preceduto dal crocifisso e accompagnato da due cardinali diaconi, dal maestro delle cerimonie e dagli accoliti, quindi si recava alla loggia delle benedizioni indossando paramenti pontificali e triregno, in sedia gestatoria col baldacchino. I successori invece si recavano, e continuano a farlo, a piedi. Papa Francesco ha semplificato ulteriormente il cerimoniale: si limita a indossare la stola sopra la veste talare per il solo tempo della benedizione. Inoltre, dopo la Conciliazione tra la Santa Sede e l’Italia, in piazza oltre ai fedeli ci sono anche le rappresentanze militari ad accogliere il papa. (agg. di Silvana Palazzo)
L’INDULGENZA PLENARIA PER TUTTI I FEDELI
Che cosa vuol dire l’espressione “Urbi et Orbi”? Ma soprattutto che cos’è? Si tratta della Benedizione del Papa a tutta la Chiesa, non solo nel giorno di Natale. Questa è, ad esempio, la prima benedizione pubblica di un papa subito dopo la propria elezione, ma viene impartita dal pontefice anche nei giorni di Pasqua e in occasioni particolari come il Capodanno. La benedizione comprende l’indulgenza plenaria, cioè la remissione di tutte le pene dovute per i peccati. Ma non è valida solo per i fedeli presenti in piazza San Pietro, ma anche per coloro che la ricevono tramite i vari mezzi di comunicazione, come radio, tv e pure streaming internet. Le condizioni prevedono che l’animo debba essere sgombro dall’attaccamento al peccato, anche quello veniale, e che ci si sia confessati e fatta la comunione entro gli otto giorni prima o dopo. La formula di remissione dei peccati, però, non ha valore di assoluzione, ma impetratorio, sottolinea quindi un desiderio e ne chiede l’adempimento. (agg. di Silvana Palazzo)
BENEDIZIONE URBI ET ORBI NEL GIORNO DI NATALE
«All’urbe e all’Orbe», letteralmente la traduzione di Urbi ed Orbi: è la benedizione che ad ogni momento segnante la vita della Chiesa (di norma, Natale, Pasqua e inizio di ogni Pontificato) viene recitata dal Papa a tutti i fedeli cristiani con “allegato” un messaggio di commento, riflessione e testimonianza sulle principali verità di fede e sulle sfide attuali che la realtà pone davanti ogni giorno che Dio manda in Terra. Prima di Giovanni Paolo II, non era solito che il Pontefice recitasse anche un suo discorso personale assieme alla benedizione e alla preghiera antichissima e pronunciata in latino, ma dopo il pontificato del santo Papa polacco è prassi che sia Benedetto XVI che Francesco abbiano tenuto importanti discorsi assieme alle benedizioni “Urbi et Orbi”: a livello storico, è una locuzione latina che significa discorso “alla città (di Roma) e al mondo intero, insomma a tutti. Si tratta di fatto di una delle più intense e preziose preghiere che la storia della Chiesa abbia mai partorito: da un lato la misericordia divina che scende e si apre ai cuori bisognosi e complicati degli uomini e dall’altro la “collegata” indulgenza plenaria che concede a tutti i fedeli la libertà e la possibilità della remissione di tutti i peccati e le pene dovuti per essi. Resta la consueta tradizione della Chiesa Cattolica in caso di indulgenza: animo sgombro dall’attaccamento al peccato anche veniale, confessione e comunione entro gli otto giorni prima o dopo, preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Lo scorso anno Papa Francesco nel messaggio collegato alla benedizione appena impartita, ebbe modo di sottolineare in più occasioni la necessaria e intima urgenza di perdono e di pace: «Il potere di questo Bambino, Figlio di Dio e di Maria, non è il potere di questo mondo, basato sulla forza e sulla ricchezza; è il potere dell’amore. E’ il potere che ha creato il cielo e la terra, che dà vita ad ogni creatura: ai minerali, alle piante, agli animali; è la forza che attrae l’uomo e la donna e fa’ di loro una sola carne, una sola esistenza; è il potere che rigenera la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene. E’ il potere di Dio. Questo potere dell’amore ha portato Gesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. E’ il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace».
BENEDIZIONE URBI ET ORBI, LA PREGHIERA ORIGINALE
La benedizione “Urbi et Orbi” viene pronunciata in latino dal Pontefice e contiene una formula di remissione dei peccati e indulgenza: da Piazza San Pietro anche quest’anno papa Francesco pronuncerà dalla loggia centrale della Basilica il messaggio e la benedizione Urbi e Orbi a tutti. Ecco il testo integrale con relativa traduzione: “Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum / Precibus et meritis beatæ Mariae semper Virginis, beati Michaelis Archangeli, beati Ioannis Baptistæ et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum misereatur vestri omnipotens Deus et dimissis omnibus peccatis vestris, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam / Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum, spatium verae et fructuosae pænitentiæ, cor semper pænitens et emendationem vitae, gratiam et consolationem sancti Spiritus et finalem perseverantiam in bonis operibus, tribuat vobis omnipotens et misericors Dominus / Et benedictio Dei omnipotentis: † Patris et Filii et Spiritus sancti descendat super vos et maneat semper” (in italiano: “I Santi apostoli Pietro e Paolo, nel cui potere e autorità confidiamo, intercedano per noi presso Dio / Per le preghiere e i meriti della beata sempre vergine Maria, del beato san Michele arcangelo, del beato Giovanni Battista, dei santi apostoli Pietro e Paolo, e di tutti i santi, Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna / Dio onnipotente e misericordioso vi dia l’indulgenza, l’assoluzione e il perdono di tutti i vostri peccati, un periodo di pentimento genuino e fruttuoso, un cuore sempre penitente e una conversione della vita, la grazia e il consiglio dello Spirito Santo, e la perseveranza continua nelle opere buone / E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre”).