NEW YORK — Quando Morgan nasce, sembra proprio una bambina perfetta, piange a pieni polmoni, e diventa rosa confetto in un minuto. La mamma e il papà l’accolgono increduli dalla gioia con le lacrime agli occhi, “che miracolo! Non può essere vero…”. Durante la gravidanza i medici avevano visto con l’ecografia che il cuore di Morgan aveva solo il ventricolo sinistro mentre il destro non si era sviluppato, per cui avevano comunicato ai genitori che Morgan sarebbe probabilmente morta prima di nascere o, al meglio, subito dopo la nascita. Questa notizia trafigge il cuore dei genitori, ma il loro amore e la loro speranza per Morgan non diminuisce anzi cresce a dismisura. Sanno che dovranno comunicare tutto il loro amore di genitori in un tempo molto ristretto, 9 mesi nella migliore delle ipotesi. Vengono consultati cardiologi e cardiochirurghi. Il loro responso è che si può tentare un’operazione palliativa, ma che il cuore di Morgan è cosi “complicato” che anche un tentativo sarebbe abbastanza disperato. La prospettiva è dunque o tentare una prima operazione palliativa a cuore aperto, per cercare di mantenerla in vita aspettando la disponibilità di un cuore per il trapianto; o accogliere Morgan così com’è e farla sentire totalmente amata per la sua breve vita. I genitori non hanno dubbi, non vogliono che Morgan soffra inutilmente e vogliono essere certi che Morgan faccia esperienza dell’amore della sua famiglia. Decidono così di accoglierla cosi com’è e di non interferire sul corso della sua vita naturale, visto che la scienza medica non promette la guarigione.
Morgan trascorre i primi tre giorni della sua vita in una camera privata in post-partum con mamma e papà e le sue due sorelline di 4 e 2 anni. Si comporta come ogni altro neonato, dorme, piange, si attacca al seno, ed è totalmente abbandonata alle braccia di chi la tiene, fiduciosa che chi le vuole bene sa scegliere il meglio per lei. Al terzo giorno la mamma è dimessa dall’ospedale e Morgan continua a stare bene, è sempre rosa confetto, vigorosa e contenta della vita semplice del neonato fatta di poppate, cambio di pannolini e bonding. I suoi genitori sono estasiati, ma come? Forse la diagnosi era sbagliata? Al contrario, la diagnosi è giusta, l’ecografia prima della dimissione conferma che il cuore di Morgan non ha il ventricolo destro. I cardiologi sono stupiti ma dicono che questo fenomeno, che a volte si è visto in casi simili, è solo una condizione transitoria che durerà pochi giorni.
Mentre li dimetto mi dicono “viviamo il momento presente, giorno per giorno, ogni minuto della sua vita è prezioso perché è dato”. E così, giorno dopo giorno, la vita di Morgan continua per i 12 mesi seguenti, lei continua ad essere rosea, sorride, impara a camminare, gioca con le sorelline, è una bimba felice, amata dalla sua famiglia. Fanno una gran festa di compleanno, invitando amici, conoscenti e anche i medici che si erano presi cura di lei alla nascita. I cardiologi non ci possono credere e consigliano di fare un’altra ecografia. Forse la diagnosi era veramente sbagliata? Ancora una volta l’esame ecografico dimostra che Morgan ha solo il ventricolo sinistro, ma c’è una novità, i suoi polmoni ricevono un flusso di sangue adeguato attraverso tanti piccoli vasi collaterali che — sorprendendo tutti — il suo corpo, fatto con Sapienza ed Amore, ha sviluppato.
Non sappiamo quanto vivrà Morgan ma impariamo da lei che il numero dei giorni della nostra vita non è dettato da noi o dalla medicina, ma dalla mano amorosa di un Altro che conta i capelli del nostro capo.
I genitori di Morgan lo sanno bene, loro continuano a vivere l’esperienza della vita della loro bimba ogni giorno come miracolo perché “data” e mi dicono “lo sa dottoressa, è proprio come dice Gesù nel Vangelo: Anche i vasi collaterali del tuo cuore sono contati“.
Duemila anni fa a Betlemme un altro neonato era venuto alla luce e nella sua breve vita — solo 33 anni — ci ha insegnato la stessa cosa, che la vita ha valore perché è data da Uno che ci ama.