Un Natale pieno di ombre quello che ha descritto Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi. Il giorno in cui si festeggia la nascita di Gesù diventa occasione per una pesante denuncia collettiva e per mettere in guardia la comunità internazionale da un sistema economico e finanziario che crea divisioni e squilibri. Il pontefice invita a riflettere dalla loggia delle Benedizioni: elenca i principali punti di crisi, a cominciare dal Medio Oriente, dove l’annuncio degli Usa di spostare a Gerusalemme la propria ambasciata ha complicato tutto. E quindi Papa Francesco chiede di pensare ai bambini, ai traumi che subiscono e all’avvenire che viene loro rubato. «Sul mondo soffiano venti di guerra e pesa un modello di sviluppo ormai superato che continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale», dice Bergoglio. E in questo giorno di festa invoca dal Signore «la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perché tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all’interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti». Papa Francesco ricorda la Siria e tutti i luoghi segnati dalla violenza. «Vediamo Gesù nei volti dei bambini siriani (…) Vediamo Gesù nei bambini dell’Iraq, ancora ferito e diviso e nei bambini dello Yemen, dove è in corso un conflitto in gran parte dimenticato. Vediamo Gesù nei bambini dell’Africa, soprattutto in quelli che soffrono in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria». Non dimentica però i figli dei disoccupati, i cui genitori faticano a offrire loro «un avvenire sicuro e sereno». E quelli «a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli». Durante l’anno ha incontrato bambini profughi i cui occhi sono rimasti nel suo cuore. «Attraverso i loro occhi vediamo il dramma di tanti migranti forzati che mettono a rischio perfino la vita per affrontare viaggi estenuanti che talvolta finiscono in tragedia. Rivedo Gesù nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh». (agg. di Silvana Palazzo)



GLI OCCHI DEL MONDO SU PAPA FRANCESCO

Tutti gli occhi del mondo sono rivolti su Roma, in particolare a piazza San Pietro, dove Papa Francesco sta per tenere la messa di Natale e darà la benedizione Urbi et Orbi ai fedeli. C’è grande attesa ovunque, in tutto il mondo, per le parole del pontefice. All’estero, ad esempio, non è passato inosservato il messaggio lanciato alla vigilia. In Francia, ad esempio, hanno evidenziato l’importanza del suo messaggio sui migranti, visto che anche la sua famiglia lo è stata. Bergoglio è infatti nipote di migranti italiani. «Nessuno dovrebbe sentire di non avere posto su questa terra», ha detto il pontefice nella tradizionale omelia della vigilia di Natale che precede il suo quinto messaggio natalizio Urbi et Orbi. Un tono politico in un contesto internazionale molto complicato. Un invito all’accoglienza che è piaciuto anche in Inghilterra, dove hanno apprezzato il paragone dei milioni di migranti al viaggio di Maria e Giuseppe per dare alla luce Gesù. La sua nascita in una mangiatoia ha cambiato la nostra storia per sempre, per questo non può che essere fonte di speranza. (agg. di Silvana Palazzo)



PRESENTI ANCHE I VERTICI DELLO STATO ITALIANO

La messa di Natale con la benedizione Urbi et Orbi è un momento di massima attenzione non solo per i fedeli, ma anche per le forze dell’ordine. In un momento di relativa tregua nelle azioni terroristiche in Europa, le misure di sicurezza per oggi sono state ulteriormente rinforzate in tutti gli obiettivi considerati sensibili. San Pietro in questi giorni di festa è in cima alla lista. Questa mattina, dunque, dalla loggia centrale ci sarà la benedizione Urbi et Orbi nella cerimonia ufficiale, classica e suggestiva del 25 dicembre. Parteciperanno i vertici dello Stato italiano, con le bande musicali delle forze armate e della Santa Sede. Prima, però, a partire dalle 10.30, il cardinal Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro, celebrerà la messa di Natale. Appuntamenti per i quali si attendono migliaia di fedeli e che verranno sorvegliati con un ingente dispositivo di sicurezza. (agg. di Silvana Palazzo)



MESSA DI NATALE & URBI ET ORBI

È il giorno di Natale, è il giorno della venuta di Cristo sulla Terra, è il giorno in cui la Chiesa, testimonianza eterna della presenza di Gesù in questo mondo, abbraccia tutta la cristianità con la benedizione Urbi et Orbi, verso tutto e verso tutti. Dopo la Messa di mezzanotte tra la Vigilia e il giorno di Natale, per tutti coloro che non sono riusciti a parteciparvi per qualsivoglia motivo, per tutta la giornata come un normale giorno festivo sarà possibile ricevere l’Eucaristia e sentire le pagine del Vangelo che annunciano la nascita di Gesù nella mangiatoia, tra gli umili il più umile da 2mila anni a questa parte. Per chi poi ha partecipato alla Santa Messa nel giorno di Natale, la Chiesa offre la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria attraverso l’ascolto della Benedizione Urbi et Orbi pronunciata da Papa Francesco in Piazza San Pietro: non solo per chi sarà fisicamente a Roma, ma per tutti i fedeli che vogliono accostarsi all’indulgenza, è disponibile il collegamento in diretta tv su Raiuno e Tv2000 alle ore 12 in punto ma anche tramite il canale YouTube è disponibile la diretta streaming video della benedizione da piazza San Pietro. La benedizione “Urbi et Orbi” (discorso alla città e al mondo), che viene pronunciata in latino, contiene una formula di remissione dei peccati e indulgenza. Nella giornata di oggi per festeggiare e augurar il Santo Natale a tutti i fedeli cristiani, papa Francesco pronuncerà dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro il messaggio e la benedizione Urbi e Orbi a tutti.

IL MESSAGGIO DEL 2016

«Pace alle donne e agli uomini dell’amata Terra Santa, scelta e prediletta da Dio. Israeliani e Palestinesi abbiano il coraggio e la determinazione di scrivere una nuova pagina della storia, in cui odio e vendetta cedano il posto alla volontà di costruire insieme un futuro di reciproca comprensione e armonia. Possano ritrovare unità e concordia l’Iraq, la Libia, lo Yemen, dove le popolazioni patiscono la guerra ed efferate azioni terroristiche»: fa impressione vedere come il messaggio legato alla recita della preghiera in latino “Urbi et Orbi” dello scorso anno è tremendamente attuale ancora oggi. Dai disastri in Medio oriente, fino al terrorismo mai domo (anche se con un Isis sconfitto sul campo, rispetto allo scorso anno), le parole di pace espresse da Papa Francesco rivolgevano un appello accorato al Natale come forma di redenzione del cuore per provare a imbastire e collaborare per un “destino” migliore. È passato un anno e il “compito” rimane lo stesso: in quel piccolo bimbo venuto duemila anno fa è riposta tutta la speranza e le sorti del mondo, e la Chiesa lo va ripetendo con una fedeltà impressionante anche oggi. «E’ il potere di Dio. Questo potere dell’amore ha portato Gesù Cristo a spogliarsi della sua gloria e a farsi uomo; e lo condurrà a dare la vita sulla croce e a risorgere dai morti. E’ il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace», raccontava Papa Bergoglio nel 2016, rivolgendo l’appello alla pace per tutti i popoli mondiali. «Pace a chi è stato ferito o ha perso una persona cara a causa di efferati atti di terrorismo, che hanno seminato paura e morte nel cuore di tanti Paesi e città. Pace – non a parole, ma fattiva e concreta – ai nostri fratelli e sorelle abbandonati ed esclusi, a quelli che soffrono la fame e a coloro che sono vittime di violenze. Pace ai profughi, ai migranti e ai rifugiati, a quanti oggi sono oggetto della tratta delle persone. Pace ai popoli che soffrono per le ambizioni economiche di pochi e l’avida ingordigia del dio denaro che porta alla schiavitù. Pace a chi è segnato dal disagio sociale ed economico e a chi patisce le conseguenze dei terremoti o di altre catastrofi naturali». Da ultimo, in attesa del nuovo messaggio letto dal Pontefice dopo la benedizione Urbi et Orbi, riprendiamo il finale dello precedente discorso dove il Papa con nettezza espresse quel sentimento di attesa alla venuta del Dio vivente fattosi carne in una mangiatoia. «pace ai bambini, in questo giorno speciale in cui Dio si fa bambino, soprattutto a quelli privati delle gioie dell’infanzia a causa della fame, delle guerre e dell’egoismo degli adulti. Pace sulla terra a tutti gli uomini di buona volontà, che ogni giorno lavorano, con discrezione e pazienza, in famiglia e nella società per costruire un mondo più umano e più giusto, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace c’è la possibilità di un futuro più prospero per tutti».