Un dono di Dio e un’amicizia che dura nel tempo: dal Natale al resto dell’anno, il significato recondito della venuta di Gesù viene spiegato sempre a margine della Udienza Generale di questa mattina. Il Papa tratta infatti dei pastori Betlemme e del concetto tutto paradossale di “annuncio” al mondo attraverso gli ultimi, i meno visti e i più disprezzati. «A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, «apparve una grande luce» (Lc 2,9-12). Loro erano emarginati, erano malvisti, disprezzati, e a loro apparve la grande notizia per prima. Con queste persone, con i piccoli e i disprezzati, Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, apparve una grande luce, che li condusse dritti a Gesù. Con loro, in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo, un mondo in cui non ci sono più persone rifiutate, maltrattate e indigenti». Nella parte conclusiva dell’Udienza il Papa ha poi aggiunto la sua personale catechesi sul significato dei regali e dei doni di Dio: «Cari fratelli e sorelle, in questi giorni apriamo la mente e il cuore ad accogliere questa grazia. Gesù è il dono di Dio per noi e, se lo accogliamo, anche noi possiamo diventarlo per gli altri – essere dono di Dio per gli altri – prima di tutto per coloro che non hanno mai sperimentato attenzione e tenerezza. Ma quanta gente nella propria vita mai ha sperimentato una carezza, un’attenzione di amore, un gesto di tenerezza… Il Natale di spinge a farlo. Così Gesù viene a nascere ancora nella vita di ciascuno di noi e, attraverso di noi, continua ad essere dono di salvezza per i piccoli e gli esclusi».



LO SNATURAMENTO DELLA MODERNITÀ

Lo “snaturamento” di cui parla Papa Francesco nell’Udienza Generale di questa mattina è lo stesso che la Chiesa denuncia da anni a ridosso delle feste natalizie: fare finta che il Natale sia una cosa quando invece si vuole tenere il più lontano possibile Gesù dal 25 dicembre è la pratica anti-religiosa e anti-cristiana ormai sempre più diffusa nell’Occidente “buonista” e indottrinato dal “pensiero unico” del politicamente corretto e del “rispetto per tutti”. Ma così di perde il reale dono al mondo del Cristo: «nel Natale possiamo vedere come la storia umana, quella mossa dai potenti di questo mondo, viene visitata dalla storia di Dio. E Dio coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè – il dono – la salvezza portata da Gesù. Con i piccoli e i disprezzati Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore», spiega ancora il Papa nell’Udienza. È un’amicizia quella che Gesù dona al mondo e all’uomo: insiste su questo Bergoglio nel denunciare la volontà di “cancellare” il Natale e il vero dono, ovvero la salvezza offerta all’uomo dal Nazareno. «Con i piccoli e i disprezzati Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, «apparve una grande luce» (Lc 2,9-12). Loro erano emarginati, erano malvisti, disprezzati, e a loro apparve la grande notizia per prima. Con queste persone, con i piccoli e i disprezzati, Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore». 



“NATALE ELIMINATO IN NOME DI UN FALSO RISPETTO DEI NON CRISTIANI”

Una Udienza Generale post-Natale molto ricca di contenuti per Papa Francesco che non ha lesinato critiche forti a chi all’interno della Chiesa ma anche all’esterno concepisce questo periodo di feste senza considerare il vero punto nodale del Natale: ovvero, Gesù Cristo e la sua nascita. «Ai nostri tempi, specialmente in Europa, assistiamo a una specie di “snaturamento” del Natale: in nome di un falso rispetto che non è cristiano, che spesso nasconde la volontà di emarginare la fede, si elimina dalla festa ogni riferimento alla nascita di Gesù», spiega il Pontefice in Aula Paolo VI per l’ultima udienza prima del 2018. Senza Gesù però non c’è Natale, non ci scampa secondo Bergoglio: «Ma in realtà questo avvenimento è l’unico vero Natale! Senza Gesù non c’è Natale; c’è un’altra festa, ma non il Natale. E se al centro c’è Lui, allora anche tutto il contorno, cioè le luci, i suoni, le varie tradizioni locali, compresi i cibi caratteristici, tutto concorre a creare l’atmosfera della festa, ma con Gesù al centro. Se togliamo Lui, la luce si spegne e tutto diventa finto, apparente». Per il Santo Padre l’annuncio della Chiesa, esattamente come i pastori raccontati nel Vangelo a Betlemme, prova a guidare tutti a trovare la vera luce, «quella di Gesù che, fattosi uomo come noi, si mostra in modo sorprendente: nasce da una povera ragazza sconosciuta, che lo dà alla luce in una stalla, col solo aiuto del marito… Il mondo non si accorge di nulla, ma in cielo gli angeli che sanno la cosa esultano! Ed è così che il Figlio di Dio si presenta anche oggi a noi: come il dono di Dio per l’umanità che è immersa nella notte e nel torpore del sonno».



IL VERO DONO DEL NATALE

Il dono del Natale, il dono di Dio, il dono del piccolo Gesù: questo è il senso pieno della Natività, il senso pieno che in molti all’interno della modernità vogliono “nascondere” o “eliminare”, utilizzando il falso e ipocrita tema del “rispetto” verso chi non è cristiano. Come ha detto Francesco, questa operazione è volta ad emarginare costantemente la fede “scomoda e fastidiosa” del cristianesimo. «ancora oggi assistiamo al fatto che spesso l’umanità preferisce il buio, perché sa che la luce svelerebbe tutte quelle azioni e quei pensieri che farebbero arrossire o rimordere la coscienza. Così, si preferisce rimanere nel buio e non sconvolgere le proprie abitudini sbagliate. Ci possiamo chiedere allora che cosa significhi accogliere il dono di Dio che è Gesù. Come Lui stesso ci ha insegnato con la sua vita, significa diventare quotidianamente un dono gratuito per coloro che si incontrano sulla propria strada». Secondo Francesco, questo è proprio il motivo per cui si scambiano i regali a Natale: ma il vero dono è Lui, il Figlio Unigenito fattosi carne e corpo umano. «Il vero dono per noi è Gesù, e come Lui vogliamo essere dono per gli altri. E, siccome noi vogliamo essere dono per gli altri, scambiamo dei doni, come segno, come segnale di questo atteggiamento che ci insegna Gesù: Lui, inviato dal Padre, è stato dono per noi, e noi siamo doni per gli altri».

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