Dalle 14 di oggi, a Treviso è in corso l’autopsia sul corpo di Sofiya Melnyk. Ad oggi, come emerge dalla trasmissione La vita in diretta, ci sarebbe un solo dato certo, ovvero la difficoltà per chi indaga dal momento che le strade sono ancora tutte aperte. Il lungo tempo trascorso dal corpo senza vita all’aperto ed in un posto alquanto particolare ha reso ancora più complesso il tutto. L’avvocato Rinaldi è intervenuta in collegamento con la trasmissione confermando l’assenza di ipotesi certe al momento anche per via di alcuni necessari approfondimenti. “La salma se è perfettamente conservata a livello interno in esterno assolutamente no”, ha dichiarato il legale. Quando sta avvenendo, l’avvocato Rinaldi lo ha definito un “lavoro molto difficile, lungo e complicato”. Nessuna certezza anche sul fatto che il luogo del ritrovamento del corpo sia il medesimo dell’omicidio, anche se i dubbi restano. Ma cosa ha fatto nelle ore successive alla scomparsa di Sofiya il compagno Pascal? L’uomo, secondo anche le testimonianze dei vicini, sarebbe rimasto prevalentemente a casa. Lo stesso era solito stare molto al pc e proprio i quattro computer sequestrati e gli otto hard disk ricchi di contenuti di vario genere potrebbero contenere la chiave del giallo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UN GELATO, UNO SCONTRINO E UN SMS PORTANO A PASCAL?

La complessa vita sentimentale di Sofiya Melnyk ha reso il giallo di Cornuda un vero e proprio intrigo d’altri tempi. Protagonista non è più la 43enne ucraina della quale si sono perse le tracce per circa un mese prima del drammatico ritrovamento, la vigilia di Natale, in un burrone nei pressi del Monte Grappa. A fare da contorno alla sua misteriosa morte anche la presenza di almeno tre uomini che, chi per poco tempo, chi invece lunghi anni, ha avuto un ruolo importante nella vita di Sofiya. C’è Pascal Albanese, il 50enne morto suicida undici giorni dopo la scomparsa della donna con la quale conviveva da 16 anni, ma ci sono anche altri due uomini, un geologo 70enne che vive in Emilia Romagna ed un medico radiologo 60enne. Con il primo Sofiya avrebbe avuto una relazione di 9 anni – i due si vedevano soprattutto nei fine settimana -, mentre il secondo lo aveva conosciuto solo da poche settimane, quanto basta per far nascere un amore forte, al punto tale da aver spinto l’ucraina a interrompere le sue altre storie per andare a vivere con il medico per il quale aveva perso la testa. I vari intrighi amorosi potrebbero essere anche il vero movente dietro il delitto della Melnyk ma il lavoro degli inquirenti procede e la sensazione è quella di una svolta ormai imminente. Ci sarebbero infatti degli indizi che sembrerebbero portare proprio a Pascal Daniel Albanese, sebbene ad oggi non siano emersi veri collegamenti tra la morte, si suppone per suicidio, di Pascal e quella della sua compagna.



SOFIYA MELNYK: TUTTI I DUBBI DEGLI INQUIRENTI

A svelare le ultime novità sul giallo di Cornuda è Il Gazzettino che rivela almeno due indizi che potrebbero anticipare un colpo di scena importante nel giallo di Sofiya Melnyk. Si tratta di un gelato, dello scontrino di un bar e delle immagini delle telecamere che avrebbero immortalato l’auto della donna mentre si immetteva verso il luogo del ritrovamento del suo corpo (che non è detto sia il medesimo del delitto). Nonostante l’affollata vita sentimentale della 43enne, l’unico sospettato ad oggi resta Pascal e proprio con lui Sofiya avrebbe trascorso del tempo poco prima di sparire, durante il quale avrebbe consumato un gelato in un bar. La data importante è quella del 15 novembre scorso e tutto si sarebbe consumato in poche ore. I due sarebbero usciti con la Renault Megane della donna come confermato anche da Pascal ai carabinieri due giorni dopo, quando fu convocato in caserma insieme alle amiche ed ai due amanti della 43enne. A denunciare infatti la sua scomparsa non fu il compagno ma l’amante geologo con il quale Sofiya stava insieme da 9 anni. E’ sempre Pascal ad affermare che quel giorno fatidico avevano deciso di andare a mangiare insieme un gelato ma ai militari indica un bar sbagliato, verso Cornuda. Eppure, a smentire l’uomo sarebbe uno scontrino emesso alle 17:30 e che colloca la coppia in una gelateria di Onigo di Pederobba. Ad aumentare i sospetti anche le immagini delle telecamere che riprendono l’auto di Sofiya attorno alle 18:30 in direzione Monte Grappa. Secondo gli investigatori la donna sarebbe morta nelle ore successive. Eppure, alle 20:19 dal suo cellulare parte un messaggio diretto al medico conosciuto da poco e con il quale si sarebbe dovuta vedere a cena proprio quella sera. “Devo vedere un’amica che è in crisi. Bacioni”. Secondo le amiche però, quell’sms non sarebbe stato inviato dalla Melnyk. “Non avrebbe mai usato quel termine: bacioni”, avrebbero aggiunto agli investigatori. Se non lei, però, chi altro avrebbe potuto inviare quel messaggio?

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