Sono passati poco più di 10 giorni dalla terribile aggressione avvenuta in pieno centro a Napoli a scapito di Arturo, il 17enne accoltellato da una baby gang. La vittima avrebbe riconosciuto ad oggi due dei suoi aggressori, tra cui un 15enne, fermato e già sottoposto all’interrogatorio di garanzia, durante il quale ha respinto davanti al gip le accuse, smentendo la sua presenza in via Foria, al momento dell’aggressione del 17enne. Ma chi è davvero il 15enne indagato per l’accoltellamento del giovane Arturo? Come riporta il quotidiano IlGiornale.it, su Facebook il minorenne si fa chiamare semplicemente Kekko e proprio sul social, secondo quanto raccontato al giudice che ha convalidato il suo fermo, si trovava mentre Arturo veniva brutalmente aggredito. Sarebbe questo, dunque, il suo alibi di ferro attualmente al vaglio degli inquirenti. Nonostante si atteggi a duro, il ragazzino si è definito un bravo ragazzo, studente dell’istituto tecnico “Casanova” e ben distante dall’essere definito un bullo. Eppure, a smentirlo sarebbero proprio quelle foto che lo immortalano su Facebook tra le quali spicca quella in cui impugna una pistola. Non sarebbe il solo scatto con il medesimo soggetto e la stessa arma tra le mani. A tal proposito, come riporta Il Mattino, in altre foto postate da F.C., ritenuto il capobranco, spunterebbe anche un “tirapugni”, arricchito poi da pose muscolari, sguardi e tatuaggi. Dopo il suo arresto c’è già chi è accorso a sostenerlo via social: “’O ‘na (nano, ndr) datti forza in quelle quattro mura”. Il riferimento sarebbe proprio al carcere minorile ad Airola in cui è detenuto con l’accusa di tentato omicidio di Arturo.



AGGRESSIONE ARTURO, CHI È IL 15ENNE FERMATO

Il social che dovrebbe scagionarlo, secondo l’alibi dallo stesso fornito, in realtà contiene così tanti elementi che hanno finora condotto gli inquirenti a riflettere sul giro di amicizie del 15enne. Tra queste spicca ad esempio quella con un giovane che, secondo quanto rivela IlGiornale, farebbe parte di una “paranza” di baby criminali del rione Sanità, quartiere in cui il binomio malavita-giovani è tristemente noto. Era il 2015 quando in un post l’allora 13enne profetizzava quanto poi sarebbe accaduto due anni dopo, ovvero “che la galera”, se mai arriverà (ed è di fatto arrivata) “se la farà a testa alta”. Dalle indagini finora eseguite, effettivamente emergerebbe una “famiglia perbene” nella quale il 15enne sarebbe cresciuto ma che andrebbe in parte a cozzare con quanto invece sarebbe finora emerso dal profilo social di Kekko. Nel tentativo di convincere il gip della sua totale estraneità dal mondo malavitoso, il minore avrebbe anche ammesso di voler tentare la carriera cinematografica. Ed a quanto pare, il suo desiderio non sarebbe poi così lontano dalla realizzazione in quanto avrebbe già all’attivo una piccola parte in un film di prossima uscita, “La paranza dei bambini”, nato dalla penna di Roberto Saviano. La trama della pellicola ruota attorno alla solita storia di delinquenza con protagonisti dei ragazzini che per salire ai piani alti della camorra prendono d’assalto il quartiere. La notizia ha fatto intervenire anche Maurizio Gasparri che ha già asserito di aver già presentato una interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al ministro Franceschini e capire se la pellicola in questione abbia o meno usufruito di qualche agevolazione o finanziamento pubblico. “Nel caso, sarà interessante scoprire com’è che vengono fatti i provini e su quali basi scelti i protagonisti”, ha commentato il senatore di Forza Italia.

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