E’ arrivata anche una nota ufficiale della Farnesina a spiegare una versione interna di un’inchiesta che sarà dunque destinata a far discutere a lungo: “L’Italia osserva in maniera scrupolosa il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti e si adegua sempre ed immediatamente a prescrizioni decise in ambito Onu o Ue. L’Arabia Saudita non è soggetta ad alcuna forma di embargo, sanzione o altra misura restrittiva internazionale o europea. Quanto riportato dal New York Times è una vicenda già nota, sulla quale il governo ha fornito chiarimenti più volte nel corso della legislatura, anche in sede parlamentare.” Si ribadisce dunque quanto sottolineato anche dal senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, riguardo le interrogazioni parlamentari sulle bombe italiane inviate in Yemen e poi utilizzate sui civili, ma nei prossimi giorni occorrerà spiegare più nel dettaglio rispetto a quelli che sono stati i punti sollevati dall’inchiesta del New York Times. (agg. di Fabio Belli)
COTTI (M5S): “HO GIRATO IO IL MATERIALE AL NYT”
Secondo le rivelazioni del senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, riprese dall’Ansa, ci sarebbe stata l’azione dei pentastellati sul materiale inviato al New York Times per permettere la realizzazione dell’inchiesta delle bombe italiane inviate in Yemen. “Dopo mesi di stretta collaborazione con il New York Times, a cui ho fornito video, foto, documentazione, contatti, ecco ora l’inchiesta della prestigiosa testata americana. La denuncia è forte, le prove schiaccianti, le responsabilità del Governo italiano evidentissime. Un Governo che continua ad autorizzare l’export delle bombe nonostante le mie denunce, con ben 6 interrogazioni parlamentari a cui non si sono degnati di rispondere per cercare di giustificare il loro operato. Un impegno, il mio, finalmente premiato.” Questo il contenuto della nota di Roberto Cotti destinata a far discutere, anche se come affermato dallo stesso Cotti, la questione era stata sollevata più volte in parlamento. (agg. di Fabio Belli)
“PRODOTTE IN SARDEGNA E USATE SUI CIVILI”
Con un video reportage, il New York Times ha svelato cosa si cela realmente dietro i bombardamenti che stanno letteralmente martoriando lo Yemen, provocando molti morti anche tra civili. “Bombe italiane, morti yemenite”, titola il giornale newyorkese, mostrando le immagini choc che racconterebbero la vendita di armi realizzate in Sardegna e vendute all’Arabia Saudita. Il reportage ricostruisce nei dettagli le tappe dell’intero processo, dalla realizzazione delle bombe nello stabilimento italiano fino al loro lancio nello Yemen. Sul caso è più volte intervenuto il governo italiano, chiarendo l’assenza di alcuna azione illegale, eppure il New York Times, come ribadisce La Stampa, avrebbe sollevato diversi dubbi in merito, soprattutto in riferimento alle presunte violazioni nazionali ed internazionali del nostro Paese. Secondo quanto emerge dal servizio, in tanti esperti europei avrebbero ritenuto illegale la vendita di queste bombe da parte dell’Italia. Ricordiamo che la normativa italiana impedisce la vendita di armamenti a Paesi coinvolti in conflitti e questo è proprio il caso che vede protagonista l’Arabia Saudita da una parte e lo Yemen dall’altra. Dal reportage della durata di 7 minuti, tuttavia, sembrano trapelare le “prove” delle bombe italiane usate non solo contro i combattenti Houthi sciiti ma anche contro i civili.
BOMBE ITALIANE IN YEMEN: TUTTE LE TAPPE
Accuse gravissime quelle che arrivano dal quotidiano americano contro l’Italia e racchiuse in un video destinato a fare il giro del mondo. Il reportage si apre con le immagini dell’esplosione di una bomba. Il contesto è la drammatica guerra civile che vede da anni coinvolto lo Yemen. Tutto partirebbe proprio dalla Sardegna ma, come spiega il Nyt, il nostro non sarebbe il solo Paese a inviare armi all’Arabia Saudita. Oltre alle immagini di Theresa May e di Donald Trump, nel video scorrono anche quelle dei rappresentanti italiani, il premier Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti, ministro della Difesa. Secondo quanto emerge dal video, l’Italia starebbe “approfittando” di una guerra al fine di rafforzare la propria industria bellica. La domanda però è un’altra: il governo italiano sta violando leggi nazionali e internazionali? La risposta non arriva ma i dubbi emersi dal reportage restano tanti. Per la sua realizzazione, sono serviti numerosi mesi durante i quali il Nyt ha seguito il complesso viaggio delle bombe, dalla loro produzione alla consegna. La prima tappa vede protagonista proprio lo stabilimento sardo, a Domusnovas, nella provincia di Carbonia-Iglesias. Mauro Pili, ex presidente della Regione Sardegna ed ex sindaco di Iglesias, da anni insieme ad altri politici del posto denuncia i cosiddetti “carichi della morte” in partenza proprio dal porto di Cagliari. Nel servizio si vedono i camion che spostano i container spesso scortati dai mezzi delle forze dell’ordine. Il quotidiano newyorkese, nel corso delle sue indagini, avrebbe trovato tracce delle medesime bombe prodotte in Italia in almeno 5 attacchi in Yemen.