Funerali Gualtiero Marchesi, oggi 29 dicembre 2017 l’ultimo saluto a uno degli chef più noti del panorama italiani alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano. Presenti colleghi, amici e colleghi del cuoco, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo culinario nostrano. Tra le numerose persone presenti Carmen Moretti, che ha lavorato al suo fianco per vent’anni al ristorante Albereta di Erbusco: “Si è mosso sempre in maniera elegante, come in un’orchestra. Una persona fantastica che mi ha insegnato tantissimo, l’arte di accogliere e di fare le cose bene, pensando alla cultura e al rispetto degli altri”, le sue parole riportate da Il Giorno. Un breve commento anche da parte del pasticcere Iginio Massari: “Non pensava solo alla cucina, pensava al bello, al buono, all’estetica, come un’essenza di vita”. Parole di affetto e di stima per Gualtiero Marchesi, un totem della cucina italiana. (Agg. Massimo Balsamo)
OLDANI: “ERA LO STEVE JOBS DELLA CUCINA”
Funerali Gualtiero Marchesi, alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano l’ultimo saluto ad uno dei punti di riferimento della cucina italiana. Numerosi colleghi e amici presenti, tra cui Davide Oldani: lo chef, come riporta Il Giorno, ha voluto ricordare Marchesi come lo “Steve Jobs della cucina”. Ecco le dichiarazioni del noto cuoco stellato: “L’etica che aveva con i ragazzi in cucina: non l’ho mai sentito una volta urlare, non l’ho mai sentito farsi dire ‘si, chef’. Ha saputo con molta eleganza e intelligenza portare avanti questa forza di essere italiani. Introdusse 35 anni fa un menu senza pasta né riso. Un coraggio da leone e una vena artistica che pochi hanno e il fiuto di vedere molto avanti. Davvero un visionario totale, lo Steve Jobs della cucina di 35 anni fa era lui”. Questo, invece, il commento di Antonino Cannavacciuolo: “E’ stato un maestro, una persona molto buona. Con uno spirito esigente e anche di gioco. Aveva sempre una battuta per tutti”. (Agg. Massimo Balsamo)
“ADESSO SEI TRA LE VERE STELLE”
Folla alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano, per assistere ai funerali di Gualtiero Marchesi,scomparso il 26 dicembre. Familiari, colleghi, amici e semplici estimatori del chef sono arrivati dalle prime ore del mattino. Presenti anche i grandi nomi della ristorazione italiana: da Davide Oldani a Enrico Cerea, passando per Antonio Santini e Pietro Leemann. Non sono riusciti a rientrare in tempo Carlo Cracco, che è a Dubai, e Andrea Berton dalle Maldive, come riportato da Repubblica. Con Massimo Bottura ci sono Antonino Cannavacciuolo, Philippe Léveillé e Claudio Sadler. I nipoti hanno suonato Bach per l’ultimo saluto: Guglielmo al violino, Bartolomeo al violoncello e Lucrezia al pianoforte. Marchesi riposerà accanto ad Antonietta e ai suoi cari nel cimitero di San Zenone Po, in provincia di Pavia, dove c’è la tomba di famiglia. La salma è entrata in chiesa portata a spalla da genero e nipoti, coperta da una corona di rose bianche. Qualcuno ha mostrato un cartello con un accenno alla polemica delle stelle Michelin: «Adesso sei tra le vere stelle». (agg. di Silvana Palazzo)
L’ADDIO ALLO CHEF: UN GENIO CON L’ANIMA E UN PADRE GIUSTO
Alle ore 11 di oggi Gualtiero Marchesi avrà il saluto che merita un grande uomo che ha fatto tanto per l’Italia e per Milano, pur vivendo dietro i fuochi di una cucina e dietro l’ombra dei tantissimi “discepoli” che hanno spopolato e spopolano ancora oggi nella tv sempre più amante del mondo-cucina. I funerali del grande chef morto 87enne il giorno di Santo Stefano si terranno tra poche ore, appunto alle 11, a Milano nella Chiesa Santa Maria del Suffragio, un ultimo saluto verso il cielo prima del riposto dei suoi resti nel cimitero di San Zenone Po, vicino all’amata moglie Antonietta Cassisa. La famiglia non ha voluto fiori ma per chi vuole realmente dare un proprio sostegno e omaggio al grande Gualtiero, può sostenere la Fondazione Gualtiero Marchesi (Banca Prossima, Filiale 5000, Milano IBAN IT63M0335901600100000011633). Se ne va un genio della cucina, un grande uomo di cultura che tramite il cibo e la passione per la cucina ha permesso a Milano e all’Italia di emergere e spiccare come protagonisti mondiali. In un ricordo rilasciato in esclusiva al Sussidiario.net, il celebre critico di cucina Paolo Massobrio ha ricordato in maniera davvero molto originale e “inedita” ciò che era Gualtiero Marchesi, molto più di un cuoco. «ad un certo punto ci accorgeranno che tutto il cambiamento, decisamente epocale, che aveva portato nella cucina italiana, ma anche nella cultura stessa del mangiare e bere, non si poteva ridurre a un voto. I suoi frutti erano evidenti, la rivoluzione che aveva innescato mettevano persino in imbarazzo quella critica francese alla quale lui rispose rinunciando alle stelle. Ed oggi che quell’uomo così sensibile non c’è più, di colpo, mi sovviene una frase dei salmi: “Cos’è l’uomo perché te ne ricordi ?”. Già, Gualtiero con la cucina, ha fatto quello che un musicista riesce a fare con le note o un artista coi colori: tanti tentativi per arrivare a un’espressività che rasenta la perfezione». Un genio con l’anima, un uomo dedito al suo lavoro ma anche alla famiglia come raccontano perfettamente le figlie Simona e Paola qui sotto.
LE FIGLIE, “IN CUCINA COMANDAVA MAMMA. LEI LO ISPIRAVA”
In una bella intervista sul Corriere della Sera, Isabella Fantigrossi ha incontrato le figlie di Gualtiero Marchesi, riservate e sempre poco sotto i riflettori; volevano un bene dell’anima a quel papà molto più genitore che chef quando si trovava dalle mure domestiche. È un Marchesi diverso e insolito quello che viene raccontato da Simona e Paola i giorni dopo la difficile morte di quell’uomo che le ha cresciute, amate ed educate al sacrificio e alla bellezza della vita, e non alla “vana gloria”. «Lei gli teneva comunque testa. Aiutò papà a dare ordine alla sua vita». In casa come in cucina. «E in cambio a lei lui si ispirò più volte, come a una vera musa, al momento di ideare i suoi piatti migliori per il ristorante», raccontano le due figlie. Ma il vero segreto ingrediente del grande Gualtiero Marchesi? Senza dubbio, la moglie Antonietta Cassisa: «Ai fornelli di casa? Papà non si avvicinava neanche per sbaglio. Mamma preparava spesso ricette siciliane, la sua terra d’origine. E papà apprezzava molto […] a lei lui si ispirò più volte, come a una vera musa, al momento di ideare i suoi piatti migliori per il ristorante». Un ingrediente tanto semplice quanto amorevole, pur rimanendo un uomo ancorato al suo lavoro spesso via nelle più grandi cucine del mondo: eppure, per Simona e Paola, il più grande insegnamento è rimasto ancorato, fedele e a suo modo “innovativo”: «Per valorizzare gli ingredienti migliori, nei piatti come nella vita, bisogna puntare sempre sulla semplicità», e Antonietta anche in questo è stata la sua musa. (agg. di Niccolò Magnani)