Il tema legato alle molestie sessuali, dopo l’esplosione del caso Weinstein è diventato sempre più di attualità anche da noi. Probabilmente sulla scia degli scandali veri o presunti e che hanno travolto anche alcuni nomi dello spettacolo italiano, la Rai è corsa ai ripari ed ha stilato un documento di tre pagine, diffuso tra i suoi dipendenti e che porta il titolo di “Norme di comportamento relative alle molestie nei luoghi di lavoro”. Mussi Bollini, presidente della Commissione Pari Opportunità della Rai, ha spiegato al quotidiano Il Foglio come due giorni dopo la diffusione di queste Norme anche la Pubblica Amministrazione ha presentato un simile documento. “È un tema attuale a prescindere da quel che accade a Hollywood”, ha aggiunto. Mussi Bollini ha poi aggiunto come abbia prestato sempre molta attenzione sull’argomento, indipendentemente dagli eventi esterni intervenuti in questi mesi: “È da anni che stiamo facendo questo lavoro”. La Rai, dunque, da tempo sarebbe in prima linea non solo contro le molestie sessuali ma contro le “molestie nei luoghi di lavoro in genere”. Non è un caso se proprio in apertura del documento stilato, l’Azienda di Viale Mazzini si propone di “assicurare un ambiente di lavoro corretto e professionale” a tutti i suoi dipendenti, donne e uomini, condannando apertamente “comportamenti non professionali, epiteti inappropriati o dispregiativi, insulti, minacce o scherni”. Al tempo stesso, i dipendenti si impegnano ad adottare comportamenti mirati ai principi di rispetto, cortesia e professionalità.
MOLESTIE SESSUALI: “UN CAMPO AMPIO”, COSA PREVEDE IL DOCUMENTO
Un paragrafo a parte del codice etico messo a punto dalla Rai riguardano le molestie sessuali, dandone l’esatta definizione, ovvero “ogni comportamento a connotazione sessuale espresso in forma fisica, verbale e non verbale, che sia indesiderato, che abbia lo scopo o comunque l’effetto di violare la dignità e la libertà della persona che lo subisce e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”. Poi nel dettaglio il documento chiarisce ogni comportamento che potrebbe a pieno titolo rientrare nell’ambito vastissimo delle molestie sessuali, sia verbali (o scritte) che visive e fisiche. Come fa notare Il Foglio, sotto la definizione di “molestie sessuali” rientrerebbe dunque un insulto razzista così come un pugno in faccia, ed è la stessa Mussi Bollini ad ammettere: “Sì, abbiamo voluto allargare il campo”. Il documento contiene poi un aspetto importante, ovvero l’istituzione di una “consigliera di fiducia”, figura esterna all’azienda e che farà da referente per i lavoratori Rai nel comunicare loro fatti o eventi in cui si siano trovati in difficoltà a causa di un cattivo comportamento da parte di un superiore. Il documento, inoltre, mira anche ad abbattere il problema degli stereotipi sempre più diffuso anche se è la stessa Mussi Bollini ad ammettere: “Probabilmente il problema degli stereotipi non lo risolveremo mai, anche se ci stiamo lavorando da trent’anni”. E non si tratta, a suo dire, solo di “politically correct” ma piuttosto di “buona educazione”.