Una tragedia ha sconvolto la comunità di Scandicci: un uomo di 53 anni ha ucciso la moglie e tentato il suicidio. La famiglia, conosciuta in città, aveva chiesto da tempo un aiuto al Comune: a luglio l’uomo si era arrampicato sul Duomo per richiamare l’attenzione sulle sue difficoltà economiche, mentre tempo prima aveva perfino messo in vendita un rene all’ospedale di Torregalli. «Scandicci oggi è stata segnata da una tragedia, un atto di violenza estrema verso una donna, moglie del suo assassino e madre di due figli. Ci piacerebbe che certe cose non accadessero e che mai più intere comunità fossero sconvolte da episodi di tale natura, ma non è così. Anche noi siamo dentro allo scorrere del nostro tempo che è segnato da episodi di femminicidio che troppo spesso accadono tra le mura domestiche», il commento del sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, come riportato da 055firenze. Il primo cittadino ha spiegato che conosceva la situazione familiare, precisando che il caso era stato seguito con grande attenzione dai servizi sociali. «Mai ci sono pervenute segnalazioni di violenza verso i componenti della famiglia e purtroppo, la prevenzione di episodi di questa natura è una cosa difficilissima senza un quadro di denuncia in tal senso», ha aggiunto Fallani. (agg. di Silvana Palazzo)
L’OMICIDA LASCIA UN BIGLIETTO DI ACCUSE
Tragedia familiare questa mattina a Scandicci: Rosario Giangrasso, disoccupato di 54 anni, ha ucciso la moglie Dao Giangrasso, 43 anni, ed hai poi tentato il suicidio. L’uomo, trovato dalla figlia 14enne sanguinante, non è in pericolo di vita ed ora gli inquirenti stanno valutando la dinamica della vicenda. Come sottolinea Toscana Media News, confermato dal magistrato, l’uomo ha lasciato un biglietto in casaprima di tentare di togliersi la vita. Il disoccupato, noto alla cronaca per le sue dimostrazioni pubbliche per sottolineare le sue condizioni di difficoltà economica, ha voluto rimproverare chi non l’ha aiutato a superare i suoi problemi. Ma non solo: all’interno del biglietto in questione Rosario Giangrasso ha voluto dire grazie ad un sacerdote di Scandicci, che lo ha sostenuto nell’ultimo periodo. Attualmente l’uomo è ricoverato in ospedale dopo essersi ferito con un coltello da cucina, nel tentativo di suicidarsi, ed è piantonato dalle forze dell’ordine. (Agg. Massimo Balsamo)
SCANDICCI, UCCIDE LA MOGLIE E TENTA IL SUICIDIO
Uccide la moglie e tenta il suicidio: tragedia Scandicci, comune della città metropolitana di Firenze in Toscana. Questa mattina, 29 dicembre 2017, Rosario Giangrasso ha ucciso la moglie e ha tentato di togliersi la vita: la macabra scoperta l’ha fatta la figlia 14enne della coppia, che rientrata a casa si è accorta della vicenda vedendo il padre sanguinare copiosamente, come riporta La Nazione. Rosario Giangrasso, 54 anni, era già noto alle cronache: nel luglio scorso l’uomo era salito su un’impalcatura dietro il Duomo di Firenze, sul campanile di Giotto, per richiamare l’attenzione sulla sua condizione di disoccupazione. Una situazione che nel corso dei mesi non è stata risolta, con l’uomo insieme alla sua famiglia sotto sfratto. Sul luogo della vicenda sono accorsi subito il Pronto Soccorso e le forze delle donne: per la donna non c’è stato nulla da fare, mentre Giangrasso è fuoripericolo. Inquirenti al lavoro per scoprire la dinamica della vicenda, con il magistrato già presente sul posto.
LE PAROLE DEL MAGISTRATO
Intervenuta sul luogo del misfatto, il magistrato ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni ai microfoni dei cronisti presenti. “La dinamica dell’omicidio? Oggetto contundente o con un coltello. Ferite da taglio? Bisogna approfondire, la situazione è più complessa. Strangolamento? No, non credo: tutto questo verrà verificato successivamente. L’uomo ha lasciato scritto qualcosa? Sì, non posso dire altro”, le sue parole riportate da La Nazione. Esclusa, dunque, la prima ipotesi di morte per strangolamento: da accertare l’oggetto con cui Rosario Giangrasso ha ucciso la moglie prima di tentare di togliersi la vita. Una tragedia che segue di pochi mesi l’episodio di Firenze, che non era un caso isolato. Come sottolinea La Stampa, l’uomo nel 2012 si arrampicò su una gru alta 50 metri a Scandicci dopo aver perso il lavoro. L’anno successivo, sempre a Scandicci, salì su un traliccio perché temeva di perdere la camera che gil Comune gli aveva messo a disposizione presso un affittacamere.