Secondo caso in pochi mesi di abbandono di neonato al Policlinico Federico II di Napoli. Sabato all’ora di pranzo è stata abbandonata nella culla “Ninna ho” una bambina di cinque mesi. Sta bene, non necessita di supporto artificiale per respirare, ma solo di due genitori che si prendano cura di lei. Affetta dalla sindrome di Down, probabilmente ha origini est europee. L’allarme è scattato quando il medico di guardia si è accorto della presenza della nuova ospite nella culla termica. Per il primario di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’ospedale, Francesco Raimondi, chi ha deciso di abbandonarla ne avrebbe avuto cura prima di farlo. “Ripenso al neonato ritrovato in una discarica a Venezia, in un sacchetto dell’immondizia, morto. E culle come la nostra, spiega il primario, possono salvare tanti bambini da destini terribili come questo”, ha spiegato il medico, come riportato dalla Stampa. Ora il futuro della piccola senza nome è nelle mani del Tribunale dei minori di Napoli, allertato subito dopo l’arrivo della bimba in reparto. Ora aspetta solo di essere amata, come tutti i bambini. Intanto, come riportato da Repubblica, è partita una gara di solidarietà tra i cittadini. 



“RUOTA DEI NEONATI”: COSÌ SI È SALVATA LA BIMBA A NAPOLI

Il progetto “Ninna ho” nasce nel 2008 proprio con l’obiettivo di evitare l’abbandono per strada, ricevendo il Patrocinio del Ministero della Salute e della Società Italiana di Neonatologia. La mamma o il papà possono sistemare il piccolo in una culla termica con la certezza dell’anonimato. Quando il piccolo lascia le braccia dei suoi genitori scatta un allarme acustico, quindi il medico di guardia, in questo caso Letizia Capasso, fa partire subito la procedura. Con una telecamera collegata al reparto di Terapia intensiva neonatale h24 si verifica che si tratti di un bambino e si avverte l’ambulanza per i primi soccorsi. La piccola di cinque mesi è stata subito portata nel rapporto di neonatologia, perché in buone condizioni. La culla si trova in un luogo distante dal centro del Policlinico per garantire il rispetto della privacy di chi abbandona i figli. A questo progetto hanno aderito sette ospedali: oltre a Napoli, le culle della speranza si trovano a Milano, Padova, Firenze, Roma, Parma e Varese.

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