In questa epoca in cui il vecchio vinile sta tornando di moda, sconfiggendo la cosiddetta musica liquida, c’è un vinile speciale che potrà interessare non solo gli appassionati di musica. Si tratta del Voyager Golden Record, un disco spedito nello spazio nel 1977 con le missioni Voyager, due sonde mandate ad esplorare il sistema solare e poi oltre lo spazio interstellare che ancora oggi vagano nel cosmo. Dentro i due dischi d’oro contenute molte canzoni che dovrebbero rappresentare la civiltà umana e altre prove della nostra esistenza in caso gli alieni incontrassero mai le due sonde. Adesso questi due dischi che tra le altre contengono Beethoven, Mozart, Bach, Stravinskij, canti degli indiani Navajo o delle donne pigmee e come unico esempio di musica pop Johnny B Goode del recentemente scomparso Chuck Berry, saranno messi in vendita per tutti in uno speciale cofanetto contenente due cd e un libretto per soli 50 dollari, un’ottima strenna natalizia per amanti della musica e dello spazio. Ma il Golden Voyage Record non è l’unica testimonianza spaziale spedita nel cosmo, si continua ancora oggi a fare tentativi analoghi, ad esempio lo ha fatto un popolare festival musicale di Barcellona, il Sonar, che ha mandato in una regione extra solare una compilation di musica elettronica. 



Ma oltre a questi tentativi, che per qualcuno sembrano soltanto dei modi di farsi pubblicità, esistono esempi più spontanei e divertenti, come quando nel 1965 gli astronauti Wally Schirra e Thomas Stafford si misero a suonare Jingle Bells, il classico natalizio, all’armonica e al campanaccio alla radio, come saluto alla stazione terrestre della Nasa. C’è stato chi si è spinto più in là: l’astronauta canadese Chris Hadfield, la prima persona a filmare un video musicale nello spazio mentre cantava Space Oddity a bordo della stazione spaziale internazionale nel 2013. Ma che effetto potrà fare tutta questa musica agli alieni? Secondo un responsabile dei progetti, “ciò che la musica, qualsiasi musica, potrebbe trasmettere ad altre forme di vita è semplicemente ritmo e melodia. La musica, dice, ha una struttura che nasconde l’intelligenza e lo scopo, ed è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di inviare questa forma di messaggio: è un segnale che può permettere a chiunque ascolti di sapere che siamo qui, siamo intelligenti e vogliamo parlare”. Ma se gli alieni non fossero dotati di orecchie?

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