Durante la puntata di oggi a Pomeriggio 5 si tratterà del caso di Don Pio Guidolin, il prete trevigiano accusato di pedofilia e arrestato 5 giorni fa a Catania dove aveva ricevuto il suo ultimo incarico da parroco prima di essere accusato di molestie, addirittura con olio santo usato sui ragazzini per presunti “riti purificatori”, e ridotto a stato laicale dal primo processo del Vaticano. L’accusa della Procura è gravissima: avrebbe infatti violentato alcuni minori costringendoli a compiere svariati atti sessuali dopo averli addirittura cosparsi di olio santo della Chiesa. I primi racconti su Don Pio sono di una inaudita e inquietante gravità, anche se ovviamente bisognerà attendere l’esito del più che probabile processo se si tratti di ingiusta accusa o se invece verrà confermato l’impianto iniziale. Le indagini sono cominciate nel 2014 con le prime denunce fatte da alcuni ragazzini della parrocchia di Santa Croce al villaggio Sant’Agata dove operava Don Pio. Come riporta un approfondimento del Corriere della Sera, addirittura il sacerdote avrebbe esercitato pressione nei confronti dei genitori dei minori abusati che volevano denunciarlo: li avrebbe minacciati di fare intervenire alcuni mafiosi catanesi per costringerli a desistere dalla denuncia, un fatto che aumenta di certo la gravità delle accuse e che ovviamente andrà verificato quanto prima dagli inquirenti.



LE INDAGINI DELLA CHIESA

Uno di questi genitori di ragazzini vittime di abusi, «è stato denunciato per favoreggiamento: dopo che il figlio aveva parlato con i magistrati, avrebbe contattato il sacerdote per avvertirlo delle indagini in corso», spiega ancora il Corriere della Sera. Nel frattempo, la Curia di Catania dopo essere stata informata delle denunce e delle indagini a carico del sacerdote ha fatto immediatamente partire una indagine interna canonica, con alcuni immediati provvedimenti cautelari. Il prete è stato prima allontanato dalla parrocchia e collocata in altra sede, privo di funzioni: poi è scattato l’inevitabile processo canonico del tribunale ecclesiastico. Il tribunale è ancora in stato pendente visto il grado di appello davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede: in primo grado invece Don Guidolin è stato condannato alla sanzione massima, ovvero la riduzione allo stato laicale. La Diocesi di Treviso, da dove proveniva in origine Don Pio Guidolin, ha fatto sapere in questi giorni in una nota, «Venuta a conoscenza delle accuse mosse nei riguardi del Guidolin l’Arcidiocesi aveva subito indagato sui fatti e deciso l’immediato allontanamento dalla parrocchia. Aveva avviato, altresì, un procedimento penale amministrativo canonico presso il Tribunale Ecclesiastico conclusosi con la condanna del Guidolin alla pena della dimissione dallo stato clericale».

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