Nuove nomine ecclesiali in molte città del mondo, tra cui le più importanti a Parigi e Città del Messico, con Papa Francesco che ha sostituito per raggiunti limiti di età alcuni vescovi molto importanti nell’economia della storia recente della Chiesa. In particolare, cambio della guardia alla guida della arcidiocesi di Città del Messico dove al posto del Cardinale Norberto Rivera Carrera arriva il Cardinale Carlos Aguiar Retes, fino ad oggi Arcivescovo di Tlalnepantla. Il nuovo cardinale, spiega Vatican Insider, «è amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio, guiderà i destini di una delle diocesi con il maggior numero di fedeli cattolici in tutta l’America Latina». Un cambio deciso che apre di fatto una nuova era nella capitale messicana: il cardinal Carrera infatti ha rappresentato per molti anni, dal 13 giugno 1995 fino ad oggi, il punto di riferimento in Messico in qualità di Primate della Chiesa cattolica anche se da molti è stato spesso attaccato e accusato di essere troppo “vicino” a padre  Maciel Marcial Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo ma soprattutto un sacerdote accusato e condannato per atti di pedofilia in uno dei primi scandali della storia recente della Chiesa.



LA “SVOLTA” NELLA CHIESA MESSICANA

Quando scoppiò lo scandalo nel 1997 attorno alla figura di Padre Maciel, fu proprio il primate Carrera a difenderlo anche pubblicamente davanti alle prime accuse che stavano emergendo. Per questo motivo venne pesantemente criticato e da alcuni anche tacciato di “coprire” le malefatte del fondatore dei Legionari: in realtà non sono mai emersi con certezza tale presunte “coperture” e per questo motivo che sia Benedetto XVI che Francesco, hanno atteso il normale pensionamento del Cardinal Norberto Rivera Carrera avvenuto proprio oggi, 7 dicembre 2017. Carrera ha compiuto 75 anni lo scorso 6 giugno, da quel giorno ha presentato la rinuncia al governo pastorale alla nunziatura di Città del Messico, come previsto dal Codice di Diritto Canonico. La scelta di un nuovo corso dato da Papa Francesco è stata in qualche modo “anticipata” dall’intervento molto duro tenuto pochi giorni fa in una visita a Torreón del nunzio apostolico Franco Coppola, che ebbe a dire: «Parlare o puntare il dito contro quelli che si comportano male è dimenticare il frutto di ciò che abbiamo fatto o non fatto. La Chiesa qui in Messico è rimasta indietro e ha continuato a dare risposte valide per il secolo scorso, senza rendersi conto che il tempo intanto è andato avanti». Non solo, durante la visita dello stesso Bergoglio nel febbraio 2016 a Città del Messico, il Pontefice spiegò: «Non perdete, dunque, tempo ed energie nelle cose secondarie, nelle chiacchiere e negli intrighi, nei vani progetti di carriera, nei vuoti piani di egemonia, negli sterili club di interessi o di consorterie. Non lasciatevi fermare dalle mormorazioni e dalle maldicenze. Introducete i vostri sacerdoti nella comprensione del ministero sacro. A noi ministri di Dio basta la grazia di “bere il calice del Signore”, il dono di custodire la parte della sua eredità che ci è affidata, benché siamo amministratori inesperti. Lasciamo al Padre di assegnarci il posto che ha preparato per noi. Possiamo forse essere veramente occupati in altre cose se non in quelle del Padre? Al di fuori delle “cose del Padre” perdiamo la nostra identità e, colpevolmente, rendiamo vana la sua grazia».

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