Ancora la cronaca di una follia omicida. Sembra che nel milanese Mattia Del Zotto, 27 anni, abbia ucciso tre persone della sua cerchia familiare e tentato di ucciderne altre cinque. Non è chiaro il movente. Sono invece note le dinamiche. L’assassino ha avvelenato le vittime con il tallio, un metallo usato anche come topicida. Il tallio uccide lentamente, e provoca una agonia di molti giorni. Nel delitto di Nova Milanese non c’è stata colluttazione, nessuna arma, non rivoli di sangue in terra. C’è stata una violenza silenziosa, ma non per questo meno feroce. Il tallio penetra diffusamente negli organi, sostituendosi al potassio, di cui invece il nostro corpo ha grande bisogno. Quasi dissimulandosi per potassio. Ed è dissimulando il veleno in una tisana, il più innocuo degli infusi, che l’assassino ha ucciso due anziani nonni e una zia. Per chi proprio voglia, sui siti internet si leggono tutti i dettagli del caso. 



I media stanno costruendo il ritratto dell’omicida e della sua follia, scavando nelle pieghe del suo carattere, nella sua storia familiare, fin nelle convinzioni religiose. Al solito, forniranno la mappa delle cause ed è un modo per rassicurare l’animo dei lettori. Anche le statistiche dovrebbero tranquillizzare. Sembra infatti che gli omicidi in Italia diminuiscano anno su anno (meno di quattrocento nel 2016, quando nel 1991 erano quasi quasi duemila). Intanto, però, giunge notizia di una madre che ha ucciso i figli piccoli e poi ha tentato il suicidio.



Moltissimi sono i delitti compiuti in ambito familiare. Molti per motivi assurdi. Tra tutti, il caso di Mattia Del Zotto colpisce particolarmente per la premeditazione. Il delitto è maturato molti mesi fa. Il giovane ha cercato il veleno su internet, è andato fino a Padova a comprarlo, lo ha nascosto in casa, ha ucciso le sue prime vittime, ha visto e udito giornali e tv che ne parlavano ed ha continuato a tramare, tentando di uccidere ancora. E’ difficile capire cosa può spingere un uomo a colpire un fratello in un raptus di violenza. E’ più difficile ancora capire come si possano passare giornate intere col pensiero di uccidere, senza vero motivo. Forse la letteratura, e tra tutti Dostoevskij, aiuta a penetrare l’abisso che talvolta s’apre nella mente umana. 



A proposito, qualcuno ha scritto che Mattia Del Zotto si sarebbe ispirato ad un giallo di Agata Christie, nel quale la scrittrice, sulla base della sua esperienza in farmacia, narra di un omicidio effettuato col tallio. Chissà. Non sarebbe la prima volta in cui la fiction prende spunto dalla vita ma poi la vita finisce tragicamente per modellarsi sulla fiction.