Nella puntata di oggi di Nemo, la trasmissione in onda nella prima serata di RaiDue, si tornerà a parlare di violenza sulle donne, un tema purtroppo più che mai attuale e ricorrente. Una delle protagoniste sarà Vera Squatrito, “madre coraggio”, la quale porterà sul palco della trasmissione una toccante testimonianza. La donna il 7 ottobre 2015 perse la sua amata figlia, uccisa barbaramente dal suo ex fidanzato. La giovane si chiamava Giordana Di Stefano ed aveva appena 20 anni quando fu uccisa con 48 coltellate dall’ex, Luca Priolo, al culmine di un litigio avvenuto mentre si trovavano in auto a Nicolosi, Catania, prima di darsi alla fuga in direzione Milano, dove fu poi arrestato. Dal suo assassino Giordana aveva avuto una bambina che all’epoca del delitto aveva appena 4 anni. Priolo confessò l’omicidio ma negò sempre la premeditazione, collegando il movente ad un raptus dovuto alla “volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking” nei suoi confronti. L’uomo, come riporta LaSicilia.it, è stato condannato lo scorso novembre a 30 anni di carcere al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato. Nonostante questo, però, per la madre della vittima, Vera Squatrito, il dolore resta vivissimo. Lo scorso marzo al portale CataniaToday dichiarava: “In un attimo succede l’inferno, senti un male dentro che non potevi mai immaginare di provare, poi capisci che lei non tornerà più e che devi farti forza e continuare a combattere”. Oltre ai 30 anni di reclusione il giudice riconobbe anche un risarcimento civile ai genitori di Giordana, alla sorella ed alla figlioletta, che ha perso il cognome del padre per assumere quello della madre uccisa.



VERA SQUATRITO E LA BATTAGLIA QUOTIDIANA CONTRO IL FEMMINICIDIO

Oggi Vera Squatrito conduce con forza la sua quotidiana battaglia contro il femminicidio di cui la giovane figlia fu vittima due anni fa. “Le mie giornate si dividono tra lavoro, famiglia e la mia missione perché sono troppe le donne che muoiono per mano di uomini che non sanno nemmeno cosa sia l’amore”, ha dichiarato la donna. Vera ha quindi ripercorso le tappe di quell’amore malato, quello tra la figlia Giordana e Luca, il suo assassino, che conobbe quando lei era appena una 15enne. “Si trattava del suo primo amore, eppure io sin da subito mi sono accorta che qualcosa in lui non andava”, racconta Vera. Priolo, a detta della madre della vittima, fece di tutto, negli anni, affinché Giordana si allontanasse dalla sua famiglia ed abbandonasse addirittura la scuola. “Oggi so per certo che i lividi sulle gambe e sulle braccia che aveva Giordana non erano segni della danza, di un allenamento troppo intenso. Lui la picchiava, la prendeva a calci, ma lei fingeva che non accadesse”, spiega oggi con dolore estremo Vera. Quando però Giordana si rese conto di quell’amore malato, decidendo di chiudere per sempre con Luca, la sua voglia di vita si trasformò nella sua condanna. Divenne ossessivo fino a ricevere una denuncia per stalking. A meno di 24 ore dalla prima udienza per stalking, Priolo la uccise senza pietà.

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