Lo scorso 30 gennaio ricorreva il 15esimo anniversario dell’omicidio di Samuele Lorenzi, meglio noto come delitto di Cogne. Del crimine atroce che sconvolse l’Italia intera per la sua efferatezza e per la giovane età della vittima di appena tre anni, è stata condannata in via definitiva dalla Cassazione la madre Annamaria Franzoni, attualmente agli arresti domiciliari dopo aver scontato una pena effettiva di 6 anni in carcere. “Tra massimo quattro anni Annamaria Franzoni sarà libera”, ha commentato oggi sulle pagine del quotidiano Il Tempo l’ex avvocato difensore della donna, Carlo Taormina. Il professore, oltre ad essere certo dell’innocenza della donna, nutre anche un’altra convinzione: “Il vero assassino di Samuele Lorenzi è libero da 15 anni”. L’avvocato Taormina, dunque, non avrebbe alcun dubbio sul fatto che il vero autore del delitto di Cogne sia ancora in libertà. Nel corso dei processi per la morte del piccolo di tre anni, a sua detta non si sarebbe giunti ad una verità sul caso, al punto tale che sarebbe ora opportuno affrontare una revisione del processo, al fine di giungere alla verità sull’assassino del piccolo. Nonostante la fine del suo mandato, dunque, l’avvocato Taormina non fa calare la sua attenzione nei confronti del caso, giustificando al quotidiano anche il motivo per il quale avrebbe deciso di abbandonare la difesa di Annamaria Franzoni, alla fine del processo d’Appello: “C’è stata una frattura sulla strategia difensiva”, ha ammesso. Quella difensiva non sarebbe però la sola frattura creata tra la donna e l’ex legale difensore. La Franzoni, infatti, non avrebbe provveduto al pagamento della parcella del professor Carlo Taormina, ma la questione dovrebbe risolversi nei prossimi mesi per decisione del tribunale di Bologna. Tornando al delitto di Cogne, per l’avvocato sarebbero stati compiuti non pochi errori nel corso delle indagini investigative e che avrebbero inciso non poco sulla sentenza di condanna a carico di Annamaria Franzoni. A detta dell’avvocato Taormina, “non sarebbero stati esaminati in maniera corretta gli aspetti tecnico scientifici, a partire dai rilievi che sono stati effettuati sulla scena del crimine”. Il riferimento è in particolare ai frammenti ossei del piccolo Samuele. A detta del legale, infine, gli inquirenti così come i magistrati non avrebbero mai preso in considerazione strade alternative a quelle che portarono a definire unica colpevole Annamaria Franzoni, madre della piccola vittima.