Si torna a parlare del caso di Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3 uccisa nel marzo del 1994 insieme all’operatore Miran Hrovatin a Modagiscio. Lo scorso ottobre, la Corte d’Appello di Perugia ha assolto dall’accusa di aver partecipato al delitto il somalo Hasci Omar Hassan. Nella sentenza si parla in modo chiaro di depistaggi che sono stati compiuti nel corso delle indagini, ma chi ha agito al fine di non giungere ad una verità sulla morte di Ilaria Alpi e del suo operatore e perché? La madre della giornalista uccisa, la signora Luciana, ora più che mai desidera avere le risposte alle tante domande ancora aperte nella speranza che possa giungere alla verità sulla morte della figlia. Il caso è stato affrontato oggi nel corso della trasmissione Chi l’ha visto 12.25, durante la quale è stato trasmesso il messaggio della madre di Ilaria Alpi durante una conferenza stampa tenuta a Montecitorio, nel corso della quale la donna ha ringraziato i magistrati della Corte d’Appello di Perugia “per avermi restituito la speranza dopo 23 anni di bugie e depistaggi che la Procura di Roma ci ha elargito”. La donna, emozionata ma per nulla arrendevole, ha chiesto con forza la riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin. La madre della vittima si augura che i magistrati di Roma possano finalmente dare verità e giustizia sugli assassini della figlia e dell’operatore. Quanto emerso dalla sentenza di assoluzione nel processo di revisione a carico dell’unico condannato per il duplice omicidio del ’94 non lascerebbero alcun dubbio: nel caso ci sarebbe stato un grande depistaggio. Il protagonista di tutto ciò sarebbe Gelle, colui che non si sarebbe mai presentato a processo e che alla stessa trasmissione Chi l’ha visto aveva ammesso di essersi inventato tutto in cambio di soldi in quanto gli italiani avevano fretta di trovare un colpevole a tutti i costi e chiudere il caso. Oggi, con l’assoluzione dell’unica persona, non esisterebbe alcun colpevole per la morte di Ilaria e Miran, ma la madre della giornalista uccisa non smette di sperare. Dopo le motivazioni della sentenza, la donna crede che al suo interno ci siano delle “dichiarazioni eclatanti” in merito al duplice delitto di Mogadiscio, da qui la decisione di procedere con la conferenza stampa tenutasi nelle passate ore.