Dopo alcune settimane di silenzio, si torna a parlare del caso di Saronno relativo alle morti sospette in corsia (e non solo) e che hanno visto protagonisti Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga. Infermiera lei, anestesista lui, entrambi amanti avrebbero partecipato all’applicazione del così detto “protocollo Cazzaniga” procurando la morte di diversi anziani pazienti e di alcuni membri della famiglia della stessa Taroni. Da ieri, come riporta il portale Tio.ch, l’infermiera 40enne di Lomazzo in carcere dallo scorso 29 novembre, dopo essersi avvalsa finora della facoltà di non rispondere avrebbe deciso di collaborare e sarebbe sotto interrogatorio nel carcere di Como. Il suo avvocato difensore, Monica Alberti, avrebbe spiegato che l’interrogatorio a carico della sua assistita avrebbe riguardato l’intera vicenda shock, “anche le accuse oggetto di Riesame, ed è stato richiesto dai magistrati, ma è ancora in corso, proseguirà anche per tutta la giornata di oggi”. Intanto, dalla procura di Busto Arsizio arriva la conferma che le indagini sul caso di Saronno saranno lunghe e complesse: “Ci vorranno mesi per arrivare alla chiusura, il lavoro dei consulenti sulle cartelle cliniche del 2011 e del 2012 è ancora in corso”, ha spiegato il procuratore Fontana, come rivela Il Giorno online.
Laura Taroni, l’infermiera accusata delle morti in corsia insieme all’amante e medico all’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga, in queste ore è sottoposta all’interrogatorio fiume dei pm per provare a scoprire più dettagli riguardo le tantissime accuse a loro carico per le tanti morti sospette in corsia e non solo, come testimoniano le accuse alla Taroni della morte del marito e della madre. Un interrogatorio fiume, iniziato ieri mattina e che si protrarrà per tutta la giornata di oggi quello di Laura Taroni, la quarantenne infermiera arrestata lo scorso 29 novembre con l’accusa di aver ucciso il marito e la madre, in concorso con l’amante e medico del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga (accusato anche di quattro omicidi in corsia). Laura Taroni ha iniziato ieri mattina nel carcere di Como il suo faccia a faccia con gli inquirenti, proseguito fino a tarda sera, come ha spiegato il suo avvocato Monica Alberti all’Ansa: «L’interrogatorio ha riguardato tutta la vicenda, anche le accuse oggetto di Riesame, ed è stato richiesto dai magistrati ma è ancora in corso, proseguirà anche per tutta la giornata di oggi». Tanti i misteri ancora irrisolti, le accuse ricevute e i tentativi di difesa: nelle prossime ore probabilmente si potranno avere maggiori dettagli per quanto riguarda questo ennesimo capitolo della triste e tragica vicenda di Saronno.
Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni: due amanti, due presunti killer? Molti gli indizi e le prove contro di loro, nella maxi inchiesta sulle morti sospette all’ospedale di Saronno che ha portato anche alle parallele accuse di omicidio della madre e del marito della stessa infermiera Taroni. Il caso di Saronno e sulle morti sospette in corsia e non solo, esploso lo scorso 29 novembre con l’arresto di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, amanti e rispettivamente infermiera e medico anestesista presso l’ospedale della città. Nei mesi passati le varie ricostruzioni e intercettazioni telefoniche hanno fatto rabbrividire tutti e proprio in queste ore molte di quelle prove sono sottoposte alla visione di Laura Taroni nell’interrogatorio fiume dei pm in carcere a Como. Ad esempio per quanto riguarda la morte della madre della Taroni: «a causa di farmaci somministrati di nascosto (come confermato da testimoni) alle 19.30 Maria Rita Clerici entra in coma. nell’abitazione c’era l’infermiera. Cazzaniga era tornato alle 20. Entrambi, nonostante l’agonia, avevano tardivamente chiamato l’ambulanza. […] Né Taroni, né Cazzaniga si erano preoccupati di attuare pratiche rianimatorie e ai lettighieri avevano impedito di toccare il corpo della donna». Poi anche la bufala del testamento, in cui la donna avrebbe chiesto di essere cremata: per impedire alla Procura di disporre l’autopsia ed esaminare il cadavere. In una telefonata con la cugina Filomena Pistidda, Taroni aveva confermato la scelta di una “punizione necessaria” per marito e madre (accusati di avere una relazione), una punizione “dettata dai loro comportamenti”. E siccome dovevano pagare, “ci ho pensato io”.