E’ stata avviata la profilassi dopo l’ultimo caso di meningite registrato nel nostro Paese. Le persone che sono entrate in stretto contatto con l’insegnante di 43 anni ricoverata a Castelfranco Veneto per meningococco di tipo C saranno sottoposte alla profilassi prevista in questi casi. Così come è stata offerta la profilassi antibiotica a 115 studenti (6 classi) e 99 tra docenti e personale non docente che sono entrati in stretto contatto con l’insegnante morta a Milano nei giorni scorsi. A restare vittima della meningite è stata una professoressa dell’Istituto Curie Sraffa: aveva 55 anni ed è morta lo scorso 9 febbraio dopo essere stata ricoverata il giorno prima all’ospedale San Paolo in gravi condizioni per una sepsi meningococcica.



Un altro caso di meningite si è verificato nelle ultime ore in Veneto. Un’insegnante di 43 anni è stata infatti ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Castelfranco Veneto. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, la donna, residente nel trevigiano, avrebbe contratto il meningococco di tipo C. A rendere noto il caso di meningite è stata la Direzione sanitaria dell’Azienda Ulss 2 “Marca Trevigiana”. L’insegnante è stata ricoverata in ospedale ieri sera e gli esami di laboratorio effettuati hanno evidenziato la meningite. L’Azienda ha attivato subito il Dipartimento di Prevenzione che sta provvedendo, in base a quanto previsto dalle linee guida, alla profilassi sui familiari e sulle persone che sono venute in contatto con la donna nel luogo di lavoro. La Direzione sanitaria ricorda “che il meningococco non si diffonde così facilmente come il comune raffreddore o come l’influenza e può trasmettersi solo per contatto molto stretto”.



E’ di nuovo psicosi meningite a Milano dopo gli ultimi casi di contagi e decessi a causa dell’infezione da meningococco. Esistono vari ceppi e Giorgio Ciconali, direttore del Dipartimento di Prevenzione medico dell’Ats Milano, spiega a Il Giorno, la differenza: “Ci sono diversi gruppi di meningococco: B, C, A, W e Y. Normalmente non determinano malattia, in alcuni casi però possono diventare aggressivi per l’organismo e causare meningite (infezione del sistema nervoso centrale) e/o sepsi (infezione generalizzata). La contagiosità è comunque bassa. E poi si deve dire che non in tutti i Paesi è frequente lo stesso tipo di ceppo. Esistono anche le meningiti da pneumococco (il quale può causare pure polmonite, o infezioni delle vie respiratorie), che si presentano in forma sporadica”. Per quanto riguarda i vaccini contro la meningite l’esperto sottolinea che “il vaccino è previsto nei livelli essenziali di assistenza, è un diritto a cui tutti i genitori possono accedere: la prima infanzia è il momento giusto per vaccinare. E vaccinarsi è gratuito, fino ai 18 anni, per il ceppo di tipo C a cui, da quest’anno, si è aggiunto quello di tipo B per i nuovi nati”.



Il terzo caso di meningite nel giro di qualche mese a Milano ha fatto scattare di nuovo l’allarme contagio e psicosi in Lombardia: la donna di 55 anni, insegnante al liceo Curie Sraffa, è deceduta da due giorni e si sono raddoppiate le richieste di vaccino nella sola città di Milano dove è avvenuto l’ultimo grave caso. In un dialogo tra i colleghi del Giorno e il direttore del Dipartimento di Prevenzione Medico dell’Ats Milano, Giorgio Ciconali ha svelato nel dettaglio quali rischi e come si trasmette l’infezione del virus meningococco, anche per fugare le varie “bufale” immesse nel web che non fanno altro che spaventare i cittadini. «È un’infezione del sistema nervoso centrale. Importante ricordare che il contagio può avvenire solo attraverso contatti ravvicinati. Faccio qualche esempio: con un bacio, utilizzando le stesse stoviglie, parlando a pochissima distanza. Non ha senso pretendere disinfestazioni dell’ambiente, bonifiche o altro. È a rischio contagio solo chi ha avuto contatti ravvicinati con la persona malata per un periodo di tempo non breve, indicativamente maggiore di 4 ore. Si parla lo ribadisco di “contatto stretto”». Al direttore Ciconali viene poi chiesto se questo significa che le abitudini di chi ritiene di essere stato a contatto con persone a rischio meningite, devono essere modificate drasticamente. «Tutto deve andare avanti regolarmente, se ieri, per paura o precauzione, studenti o dipendenti della scuola in cui la professoressa insegnava non si sono presentati, hanno fatto qualcosa di inutile. Questo perché non c’è pericolo negli ambienti, si può rischiare il contagio solo avendo avuto contatto diretto con quella persona».

Il caso di meningite a Milano, dopo la morte dell’insegnante morta due giorni fa al Ospedale San Paolo, prosegue con la giornata di oggi che ha visto da un lato l’ultimo saluto degli alunni e dei colleghi di Vittoria Patti dopo il grande dolore di una perdita così improvvisa. Dall’altro, prosegue la profilassi serrata per circa 200 persone appartenenti a corpo docenti, personale scolastico e alunni del Curie Sraffa: la struttura di profilassi per le malattie infettive e le vaccinazioni della Ats ha convocato ieri pomeriggio un incontro con tutti gli alunni e le loro famiglie e con il personale della scuola: «è stata proposta la profilassi antibiotica a 115 studenti delle 6 classi in cui la professoressa Patti insegnava e a 99 tra colleghi della donna e dipendenti dell’istituto che potrebbero essere entrati in contatto con lei di recente», riporta la nota della regione Lombardia. L’assessore Gallera ha poi aggiunto: «Agli studenti, tutti ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni, sono state date le indicazioni necessarie sulla vaccinazione gratuita anti meningococcica prevista per questa fascia di età. Nei prossimi giorni si continuerà con l’attività di sorveglianza e si rimarrà disponibili a fornire supporto alle famiglie sia telefonicamente che via mail».